Dalla Sapienza di Roma segnali di opposizione sociale di Francesco Fusi
Dal commento di Fusi, tiro fuori quello che mi lancia nello sconforto: “La mancanza di riferimento a sinistra sembra essere il vero dilemma insieme al fatto che ampie fette di popolazione non si sentono rappresentate da nessun partito, in tal senso lo spiega bene il tasso di astensionismo alle elezioni sempre più alto.”
E lancio la mia bomba musicale di questo mese.
Eh si, lo so, è un po’ too much, ma posso perdermi l’occasione di riascoltare i Sex Pistols? Direi di no.
I am an Antichrist I am an anarchist Don't know what I want but I know how to get it I wanna destroy passer-by
Rileggendo Persepolis di Marjane Satrapi nei giorni delle proteste in Iran di Luca Rasponi
Rileggere per comprendere.
E nel rileggere incrocio la nuvola di pensieri della protagonista che dice: “We are the kids in America…”, vado a cercarmi la canzone e ve la metto qui.
Bright lights, the music gets faster Look, boy, don't check on your watch, not another glance I'm not leaving now, honey, not a chance Hot-shot (Shot), give me no problems Much later, baby, you'll be saying nevermind You know life is cruel, life is never kind
Black panter: wakanda forever di Angelo Boccato
“Un film di supereroi e supereroine neri e nere come Wakanda Forever assume un connotato particolare quando si pensa all’Italia, dove lo spazio e l’idea di identità nera e di identità multiple e non bianche vengono costantemente soffocate dalle odiose retoriche del governo in carica (e di molti di quelli che lo hanno proceduto) e da un dibattito mediatico costantemente maschio, bianco, eterosessuale, cisgender e privilegiato, oltre che reazionario o liberal-reazionario, con la ossessione delle guerre culturali, nel segno di anti-woke, cancel culture e politicamente corretto, questioni che non riescono nemmeno a capire.”
Ho cercato un pezzo nella canzone che mi raccontasse qualcosa di interessante sul film e ho trovato la vita che si celebra, sincerità e la promessa che tutto andrà bene.
Aquí la vida se goza, por acá me voy a quedar Aroma a tierra mojada y una de sinceridad Porque debajo del sol yo veo Que todo va a estar bien Aquí la vida se goza, por acá me voy a quedar Aroma a tierra mojada y una de sinceridad Porque debajo del sol yo veo Que todo va a estar bien
L’anticapitalismo non basta di Elisa Gianni
Il pezzo di Elisa Gianni (che si potrà leggere sul cartaceo, abbonandosi)
inizia dicendoci: “A metterci in guardia su una delle sfide più centrali di questo nostro tempo del collasso, era stata l’attivista per i diritti di genere e intellettuale afro-guyanese Andaiye (1942-2019). La raccolta dei suoi scritti, pubblicata postuma in inglese dalla casa editrice progressista Pluto Press, ha un titolo che varrebbe un programma politico: The point is to change the world.”
E ì, magicamente, dal cappello della memoria, arriva un Eric Clapton.
If I can reach the stars Pull one down for you Shine it on my heart So you could see the truth
Diritto a essere soccorsi di Celeste Gonano
Leggere l’intervista di Celeste Gonano e non pensare ad altro che a questa canzone.
(da fare il mmmmmmm, mi raccomando).
I can't get these memories out of my mind And some kind of madness has started to evolve (M-m-m-m-m-m-m-m, mad, mad, mad) mm (M-m-m-m-m-m-m-m, mad, mad, mad) And I, I tried so hard to let you go But some kind of madness is swallowing me whole (M-m-m-m-m-m-m-m, mad, mad, mad) yeah (M-m-m-m-m-m-m-m, mad, mad, mad)
Sciamadda/7 – Il mare appartiene solo a se stesso. Fare ecologia marina a Genova di Matteo Pioppi
Cecilia e il mare, si potrebbe intitolare questo racconto di Pioppi.
Più penso a lei e più mi viene in mente Lucio Dalla, tra le tante canzoni di mare, come è prondo il mare è un inno e il culmine di questo inno, lo riconosco in questo passaggio della canzone:
… Frattanto i pesci Dai quali discendiamo tutti Assistettero curiosi Al dramma collettivo di questo mondo Che a loro indubbiamente doveva sembrar cattivo E cominciarono a pensare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare
Pensione e reddito di cittadinanza. La guerra fredda intergenerazionale di Angelo Miotto
Chiosa Miotto: “Cerchiamo di non costruire futuri al ribasso. Non è un tanto peggio, tanto meglio. Dobbiamo essere tutti portati al tanto meglio, senza esclusioni. Altrimenti, scusate: ma a cosa servono le istituzioni che reggono la nostra comunità?”
The Who, gli rispondono così:
People try to put us d-down (talkin' 'bout my generation) Just because we g-g-get around (talkin' 'bout my generation) Things they do look awful c-c-cold (talkin' 'bout my generation) Yeah, I hope I die before I get old (talkin' 'bout my generation)
“Un giorno tutto questo nulla sarà tuo”: inchiesta sulla turistificazione e sulla svendita di una città di Lorenzo Villani ed Edoardo Calamassi
Mi perdoneranno Villani e Calamassi, ma la prima immagine che mi è apparsa è quella della cartolina, con tutta la nostalgia che questa immagine porta con sé.
E così ho chiesto ai Beirut di venirmi in soccorso.
Postcard from Italy, è la risposta.
The times we had Oh, when the wind would blow with rain and snow Were not all bad We put our feet just where they had, had to go Never to go