Un reportage sugli argini del cambiamento climatico

Un itinerario lungo il Po, dalle Alpi al delta del grande fiume che attraversa quattro regioni italiane, alla scoperta delle realtà che vivono oggi lungo i suoi argini e dei profondi cambiamenti climatici che le stanno interessando: si intitola Il Grande Re il lavoro inedito della reporter, documentarista e fotografa freelance Cecilia Fasciani ed è il reportage scelto lo scorso settembre a Festivaletteratura, nell’ambito delle sessioni di pitching in piazza di Meglio di un romanzo, per essere sviluppato a puntate sul sito di Festival e sulla rivista Q Code Magazine fino a maggio del 2023.

In un anno caratterizzato da eventi climatici estremi e da una crisi idrica senza precedenti, il progetto che Festivaletteratura, con la consulenza del condirettore di Q Code Magazine Christian Elia, dedica da quasi dieci anni ai giovani talenti italiani del giornalismo narrativo, in questa nuova produzione pone l’accento sul rapporto tra uomo e ambiente e sul vasto raggio di temi e domande che lo caratterizza, partendo da un vasto territorio e dalla sua geografia in profondo mutamento.

Tra testi, foto e interviste, Cecilia Fasciani – che all’ultimo Festival ha introdotto in Piazza Alberti le idee guida del suo reportage insieme ai giornalisti Francesco Costa e Stefano Liberti coordinati da Christian Elia – racconterà in cinque puntate “storie di adattamento e di resistenza accanto a questo Grande Re, che oggi più che mai parla anche di noi stessi”, aggiungendo un altro, attualissimo tassello alla lunga serie di produzioni che con Meglio di un romanzo hanno portato all’attenzione del pubblico vicende e tematiche spesso ai margini della narrazione giornalistica.

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IL GRANDE RE
Storie lungo gli argini del Cambiamento climatico

di Cecilia Fasciani

  • Il Po è un fiume dell’Italia settentrionale e la sua estensione, 652 chilometri di lunghezza e 71.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, lo rende il corso d’acqua più lungo della penisola italiana e da sempre un importantissimo corridoio ecologico. Attraversa quattro diverse regioni e dà nome al territorio pianeggiante su cui scorre, la Pianura Padana, una delle aree più antropizzate d’Europa. Ma il Po nasce nelle terre alte, sulle Alpi Occidentali, e più precisamente in una località chiamata Pian del Re, situata a circa 2020 metri sopra il livello del mare. Ed è proprio nella regione storica dell’Occitania che avrà origine questo lungo viaggio.
  • Per la posizione geografica e gli eventi storici e sociali che lo hanno riguardato sin dall’antichità, il Po è riconosciuto come tra i più importanti fiumi d’Europa. Lungo i suoi argini ha visto nascere, crescere e morire intere civiltà, continuando imperterrito il suo scorrere dalle Alpi all’Adriatico. Oggi, però, è un fiume che soffre in prima linea i cambiamenti dovuti al riscaldamento globale. Nel corso del 2022, è stato colpito da un periodo di siccità che in alcuni tratti lo ha prosciugato a tal punto da non consentire la navigazione. Racchiudendo in sé una pluralità di forme, può diventare una lente attraverso cui leggere la crisi climatica, un filtro che ha il potere di scomporre la realtà percepita nei suoi diversi aspetti, rappresentandone la complessità.
  • Nonostante si presenti oggi in maniera così insistente, in Italia il fenomeno del riscaldamento globale non è al centro del dibattito pubblico; le notizie in merito non guadagnano le prime pagine dei giornali, salvo rare eccezioni. Sembra essere in corso un processo di rimozione, che si rinnova ogni giorno. Si fa fatica a parlare e riconoscere un mutamento che nonostante sia di così ampia portata e comporti dei cambiamenti epocali, ha le proprie radici in un tempo lontano, la cui riproduzione va rintracciata in ogni aspetto della vita umana. I livelli del mare si alzano, i ghiacciai si sciolgono, alluvioni ed eventi atmosferici estremi si moltiplicano, nuove specie infestanti invadono i campi destinati all’agricoltura. Forse, per provare a comprenderlo, bisogna passare dalla grande Storia alla microstoria, all’impatto che questo cambiamento ha sulle acque del Po e sulle realtà che vivono oggi lungo i suoi argini: dal frumento di Fiorenzuola alle sentinelle del flusso fluviale, dalla ricerca sui fiumi alpini fino alle suggestive acque del delta, invase dal cuneo salino ogni giorno di più, passando per una memoria storica che ci riporta indietro a momenti cruciali della nostra epoca, quando da una parte all’altra del fiume si fronteggiavano due diversi destini per l’Europa. Storie di adattamento e di resistenza accanto a questo Grande Re, che oggi più che mai parla anche di noi stessi.

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L’autrice: Reporter, documentarista e fotografa freelance, Cecilia Fasciani lavora nel mondo del giornalismo di approfondimento e del cinema indipendente. Collabora su progetto con diverse testate italiane, e con la casa di produzione SMK Factory dal 2020, anno in cui ha terminato gli studi universitari in Storia e Culture Globali. Nei suoi lavori si occupa di scrittura, regia e operatrice di camera, e i documentari a cui ha partecipato sono stati selezionati per numerosi festival nazionali e internazionali.

Il progetto: Meglio di un romanzo è un progetto nato a Festivaletteratura nel 2014. È coordinato dal giornalista e condirettore di Q Code Magazine Christian Elia ed è rivolto a giovani autori di età compresa tra i 18 e i 30 anni che vogliano presentare al Festival un’opera inedita di giornalismo narrativo, tanto individuale che collettiva, in forma di reportage tradizionale, podcast o videoracconto. A partire dal 2017, dopo il lancio del bando annuale e la proposta dei temi, la selezione delle candidature e la discussione dei lavori al Festival in occasione delle pitching session, uno dei progetti partecipanti viene scelto per essere sviluppato a puntate sul sito e sui canali social di Festivaletteratura e della rivista Q Code Magazine. Negli anni sono nate produzioni originali capaci di raccontare realtà poco note del nostro Paese e non, talvolta completamente trascurate dalla stampa mainstream: città in rovina, universi lavorativi, eremi di silenzio, sanatori e sentieri dimenticati, quartieri difficili.