A dieci anni dalla fondazione, Q CODE diventa CAST, oltre che MAG e si tinge di arancione
Evolvere. Q Code si rinnova nella veste e nei formati, sempre fedele ai capisaldi dell’indipendenza, della bellezza della lentezza e della narrazione geopoetica.
I nostri colori, il nero e il rosso, si trasformano in uno sgargiante arancione. Non è solo un vezzo o un gioco, ma cerchiamo dentro la storia del colore un significato profondo di questo rinnovamento. Dieci anni dopo la fondazione è un passaggio ardito. Abbiamo scelto l’arancione per la sua vitalità, per la vivacità e per le vibrazioni e percezioni che è in grado di trasmettere.
Una veloce ricerca su questo colore ci dice di significati e utilizzi che attraversano le storie delle culture.
Nell’induismo è la rinuncia ai beni materiali e simboleggia l’ascetismo. E visto come se la passano i media indipendenti, quale scelta potrebbe essere più azzeccata (riso amaro).
Nella Cabala ebraica significa splendore. Nel Buddismo simboleggia la rinuncia ai piaceri principeschi e per questo è indossato dai monaci buddisti. In Cina è associato al cambiamento, al movimento e alla felicità, in Giappone è l’amore. L’arancione è il secondo centro energetico Chakra. In India è associato all’ottimismo, all’istinto combattivo, alla pulsione sessuale, alla passione e al bisogno di conquista.
Più che la conquista è la seduzione, di chi legge e/o ascolta, che ci interessa. La svolta che stiamo affrontando trasformando molti format in audio è stata scelta per due motivi: il primo è che il successo dei podcast ci dice che la qualità viene premiata su tempi anche larghi e che una fetta consistente del pubblico, soprattutto quello più giovane, a parità di tempo fra lettura e ascolto predilige quest’ultimo. L’ascolto non rapisce gli occhi, ma crea immagini. La seconda è legata a una necessità anche operativa, per la facilità della produzione e della condivisione audio.
E l’amata scrittura da leggere?
Resta, sarà sempre una delle grandi passioni di questo giornale, che però sceglie anche una via per differenziare il prodotto rispetto a una vasta platea di editori indipendenti che ogni giorno arricchiscono l’informazione dentro un panorama nazionale asfittico dei grandi media degli editori impuri.
Torneremo da voi anche per parlare di membership, un sostegno che questo giornale si sente di chiedere in totale serenità, dopo tanti anni di volontariato. Forse non raccoglieremo chissà quale quantità di denaro, ma il segnale si impone, perché l’informazione oltre a essere un diritto è un dovere.
Infine, i temi caldi di questo periodo: sono quelli che abbiamo sempre frequentato, consapevoli che la memoria ha bisogno di costruire o ricostruire contesti, perché altrimenti rimaniamo schiavi della propaganda e degli interessi di parte.
Una vocazione politica che ci ha sempre caratterizzati fin dalla nascita, perché scrivere- e leggere – è un atto politico.
Specie in un Paese che è stato destrutturato in maniera capillare e scientifica dalla disastrosa incultura del berlusconismo, del populismo, del fascismo tornato a governare. È proprio lì che serve l’attivazione di ognuno di noi e di un noi che sia una capacità collettiva di risposta. E prima ancora di presa di consapevolezza.
Buona lettura, anzi buon ascolto e lettura. Seguiteci e fateci conoscere.
Perché un codice è un elemento indispensabile per decrittare i messaggi, sempre più confusi, della nostra contemporaneità.