Nove progetti fotografici rivelano l’inaspettata connessione tra fotografia e criminologia. Gli autori usano e integrano linguaggi e tecniche di fotogiornalismo, fotografia forense, appropriazione di immagini, messa in scena, rievocazione, fotografia documentaria e fotografia di paesaggio. Alcuni si addentrano in vere e proprie indagini criminali, altri si interrogano sul ruolo ambiguo della fotografia, a cavallo tra realtà e finzione, riflettendo sul rapporto tra rappresentazione fotografica e realtà, con l’utilizzo di una narrazione fotografica frammentata. Tutti partono da fatti criminosi – veri o inventati – e finiscono per mettere in luce i lati oscuri della nostra società e della nostra epoca.
Redheaded Peckerwood di Christian Patterson
Redheaded Peckerwood racconta la tragica storia di Charles Starkweather (19 anni) e Caril Ann Fugate (14) che nel 1958 uccisero dieci persone, inclusa la famiglia Fugate, in una settimana di furia omicida attraverso il Nebraska, culminata nel loro arresto in Wyoming. Le immagini documentano luoghi chiave, trasmettono sensazioni e catturano o ricreano momenti visti e vissuti dai due assassini. Tecnicamente le foto utilizzano diversi procedimenti fotografici. Concettualmente si confrontano con un ambiente carico di significati, sfidano verità e rappresentazione e soprattutto smontano una narrativa pre-esistente.
Redheaded Peckerwood su LensCulture
Redheaded Peckerwood, il libro
Christian Patterson parla di Redheaded Peckerwood
Being Framed di Laura Chen
“Chen lavora con la fotografia analogica, il collage e la scrittura, esplorando l’intrigante nel quotidiano, l’alterità e la relazione tra realtà e finzione. Il suo progetto immagina il contenuto di un archivio fittizio appartenuto a un detective che lavorava nel Nord di Londra negli anni ’70. Questa serie traccia un parallelo tra la natura speculativa del lavoro investigativo e la fotografia, permettendo allo spettatore di considerare le idee condivise nei due campi riguardo l’illusione, la verità e l’inganno.” [Lomography]
Being Framed sul sito dell’autrice Laura Chen
The Innocents by Taryn Simon
Il progetto documenta le storie di persone che hanno scontato pene detentive per crimini violenti che però non hanno mai commesso. Simon ha fotografato ogni vittima dell’errore giudiziario in un ambiente che ha assunto particolare significato dopo la loro ingiusta condanna: il luogo dell’errata identificazione, il luogo dell’arresto, il luogo dell’alibi, il luogo del crimine. La location è al contempo paradossale e cruciale: un posto che ha cambiato per sempre le loro vite, ma in cui non erano mai stati [Taryn Simon].
The Innocents sul sito dell’autore Taryn Simon
El Orden Normal De Las Cosas di Cannon Bernàldez
Bernàldez è estremamente consapevole e schietta riguardo ai modi con cui interi settori della società messicana sono sistematicamente sopraffatti dalla violenza e dal trauma collettivo. Dal documentare le scene del crimine e la “guerra alla droga”, al lavorare direttamente con le famiglie dei dispersi, la filosofia artistica della fotografa è un potente strumento di critica sociale e di resistenza. Dopo una carriera come fotoreporter, qui Bernàldez esplora assiduamente processi fotografici alternativi [Vicente Cayuela/Lenscratch].
El Orden Normal De Las Cosas sul sito dell’autrice Cannon Bernàldez
El Orden Normal De Las Cosas su Lenscratch
The Landscape Of Murder di Antonio Olmos
Per due anni, Antonio Olmos – fotografo del quotidiano The Observer – ha girato tutta Londra documentando i luoghi di ogni singolo omicidio avvenuto tra il 2011 e il 2012. I risultati formano un ritratto alternativo profondamente commovente di Londra, plasmato dalla violenza e dalla disuguaglianza [Sean O’Hagan/The Observer – 2013].
The Landscape of Murder, galleria
The Landscape of Murder, audio-slideshow
The Landscape of Murder, testo
Homicide di Theo Wenner
Per gli appassionati di noir e pulp, questo libro fotografico offre molti motivi d’interesse. Sparsi tra le sue pagine ci sono tracce di sangue e bossoli, sacchi di denaro e cadaveri coperti da lenzuola. Sembra finzione, ma ha un brivido in più: è vero crimine, è reale. Il focus dell’obiettivo di Wenner è sui detective che si occupano di questi casi. Quello che cerca è uno studio sfumato dei personaggi, uno sguardo dietro le quinte sulle persone così spesso mitizzate sullo schermo [Taylor Dafoe/artnet].
What Remains di Ronja Tomke Otto
Come fotografa e assistente sociale, Ronja Tomke Otto è attenta alle questioni sociali, in particolare ai crimini violenti che avvengono nei luoghi pubblici. Le molestie sessuali e le aggressioni sessuali sono problemi diffusi, che colpiscono una donna su tre. Per contribuire a sensibilizzare su questo tema, Ronja ha avviato questo progetto. (…) Ogni immagine sembra descrivere un posto tranquillo, ma in realtà mostra il luogo dove si è verificata una violenta aggressione sessuale [Kim Bunermann/Digital Camera World].
What Remains su Digital Camera World
Epilogo … o Prologo: dipende da te (Bertillon, Sternfeld, Seawright, Wegee)
Le prime foto di una scena del crimine, due progetti fotografici classici e una famosa immagine di Weegee, hanno documentato i luoghi in cui si sono verificati terribili atti di violenza. Quando pensiamo ai siti di omicidi, pensiamo a Weegee; in questa foto, i bambini che avevano assistito alla macabra scena di un corpo insanguinato che giaceva per strada sono ripresi mentre ridono, fissano increduli o guardano nella fotocamera: formando un amalgama inquietante di emozione umana e assuefazione.
Le prime foto di una scena del crimine (Alphonse Bertillon)
The First Murder (Wegee)
Sectarian Murder (Paul Seawright)
On This Site (John Sternfeld)