Il 1° novembre 1954 Brahim, conducente di autobus, assiste all’uccisione di due passeggeri nell’area montuosa dell’Aurès, in Algeria.
L’attentato, di marca Fronte di Liberazione Nazionale, è solo uno dei tanti che si producono quello stesso giorno sul territorio della colonia francese in Nord Africa. Quello stesso giorno sarà il detonatore dell’ultima guerra dell’(ex) Impero, sordo di fronte ai vari campanelli d’allarme nell’immensa terra che occupava dal 1830.
Civili autoctoni, militari, Pieds noirs, indipendentisti del FLN, intellettuali, studenti, impiegati dell’amministrazione francese, membri dell’Organisation Armée Secrète: a 60 anni dalla fine della Guerra d’Algeria sono coloro che l’hanno vissuta in prima persona a raccontarla (in certi casi, per la prima volta), con la stessa emozione di allora.
Tra illusioni perdute, sofferenze, atti di violenza e moti di speranza, questa serie raccoglie le loro voci tenute insieme da uno straordinario materiale d’archivio. Per ricostruire una stagione che conserva ancora una pesante ipoteca sulla memoria collettiva tra le due sponde del Mediterraneo.
Un documentario in sei puntate, una storia da rileggere anche alla luce delle sue conseguenze.