Un codice è uno strumento necessario per comunicare. Un insieme di segni che lo compongono e di contenuto.
di Angelo Miotto
@angelomiotto
Per questo abbiamo scelto come testata di questa nuova avventura editoriale un codice, perché siamo convinti che il rumore dell’informazione contemporanea abbia bisogno di strumenti adatti per riconoscere e interpretare la complessità del reale. È solo a partire dalla consapevolezza di quello che ci circonda, e dei meccanismi che lo determinano, che possiamo formare opinione.
[blockquote align=”left”]Q Code sarà un magazine a periodicità mensile, nativo per tablet, ma parte da un sito web, costruendo una comunità di lettori. La nostra linea editoriale: geopolitica, diritti civili, cultura.[/blockquote]
Il codice ‘Q’ è uno dei primi codici internazionali creati per le comunicazioni marittime e poi per i velivoli: una lingua comune fatta di sigle, tutte rigorosamente con la prima lettera ‘Q’, che permettesse di abbattere le differenze linguistiche per districarsi nella rotta, nel fornire posizione, nel richiedere e nel rispondere. Tre lettere che a seconda del punto di domanda o meno avanzano un quesito e la relativa risposta. QRN? Chiede un battello che si avvicina a una rotta: le condizioni atmosferiche sono pessime? QRN: sì, le condizioni sono pessime. Una storia iniziata cento anni fa (Third International Radiotelegrphy convention, 1°luglio 1912, in vigore dall’anno successivo) che ha colpito la nostra immaginazione perché il Q Code è una lingua franca, che abbatte ogni barriera, la base di un principio di comunità. Una sfida tecnologica difficile, perché a nostra volta stiamo masticando codici mai esplorati. Da costruire insieme, perché questa testata nasce da un gruppo di lavoro che ha un grande patrimonio di professionalità giornalistica ed è chiamato a confrontarsi con quanto esige l’avviamento di una start up, non solo in termini monetari.
[blockquote align=”right”]L’idea su cui puntiamo è quella di costruire insieme le varie fasi che permetteranno il varo della App Q Code, creando comunità, chiedendo partecipazione. Anche economica.[/blockquote]
La democrazia dell’informazione ha un costo, sarebbe ingenuo non vederlo. La rete dà tanto e in maniera sparpagliata, i contenuti sono spesso sovrabbondanti, molti – anzi la maggioranza schiacciante – sono gratuiti. Per questo Q Code è anche sul web con un proprio sito, aperto. Ma fisserà una soglia economica di entrata, abbordabile, per chi vorrà avere una copia o un abbonamento quando la rivista digitale sarà pronta per il download.
La verifica delle fonti, la multimedialità vera a noi così cara, gli spostamenti necessari per cronache di prima mano hanno un costo per tutti: per noi che sceglieremo la rotta, per chi vuole navigare con noi partecipando come equipaggio. Non sono solo soldi, è un pezzo di democrazia da portarsi a casa nel panorama asfissiante del mainstream.
Q Code nasce da un’urgenza, la stessa che molti di noi hanno vissuto in diverse redazioni: informazione di qualità, opinione e dibattito, vera multimedialità. Il gruppo di lavoro viene da esperienze diverse, fra cui anche PeaceReporter, poi E-il Mensile, una realtà di informazione chiusa bruscamente nel luglio 2012.
Da quel porto, insieme a tanti altri professionisti, ripartiamo con un codice nuovo, aperto a tutti quelli che vorranno stare sulle nostre frequenze. Fermi non sappiamo stare.
Q Code, stay tuned.
(Grazie a Cecilia Di Gaddo per il logo e a Gianluca Cecere, fotografo, per lo sviluppo del sito)