Davanti alla Corte tedesca si sono alternati i difensori e i detrattori della politica monetaria della Bce guidata da Mario Draghi: il programma di acquisto illimitato di titoli di stato periferici ha allentato la pressione e salvato l’euro. Il fine giustifica sempre i mezzi?
di Nicola Sessa, da Berlino
A Karlsruhe, sede dell’Alta Corte tedesca, si gioca una partita importante per il futuro dell’Europa: le Outright Monetary Transcation (Omt) sono compatibili con la Grundgesetz, la Costituzione tedesca, o ne violano i principi limitando la sovranità del parlamento tedesco in materia fiscale?
Mario Draghi, in uno slancio di narcisismo, ha definito la sua creatura come “la politica monetaria di maggior successo degli ultimi tempi”, capace da sola di arrestare la corsa al rialzo dei tassi sui bond periferici e di mettere in salvo l’euro dall’assalto degli speculatori. “Il fine non giustifica i mezzi”, ha però asserito il presidente della Corte di Karlsruhe, Andreas Voßkuhle. Una frase lapidaria, che per un momento ha raggelato il sangue degli europeisti. Per un momento, appunto. Perché nelle previsioni, la decisione della Corte – attesa in autunno subito dopo le elezioni politiche tedesche – non metterà un tappo al bazooka di Draghi e non addosserà alla Germania le responsabilità certificate del fallimento della moneta unica: i paesi periferici (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia), stanno già svolgendo egregiamente questo compito.
Nelle due udienze davanti ai giudici, si sono alternati i difensori del programma di acquisto illimitato di bond e i suoi detrattori che vedono in Jens Weidmann, governatore della BundesBank (Buba), il principale teorico dei rischi finanziari – non trasparenti – che l’Omt comporta per i contribuenti tedeschi.
[blockquote align=”left”]Si discute in punta di diritto, ma il dibattito prende delle pieghe kafkiane: alla domanda della Corte su come funziona esattamente il programma di acquisti di titoli di stato, Jörg Asmussen (consigliere tedesco del Board Bce) ha risposto: “le regole verranno pubblicate nei prossimi giorni; fino ad oggi la Bce non ha visto la necessità rendere noti documenti legali sul programma”[/blockquote]Si discute in punta di diritto, ma il dibattito prende delle pieghe kafkiane: alla domanda della Corte su come funziona esattamente il programma di acquisti di titoli di stato, Jörg Asmussen (consigliere tedesco del Board Bce) ha risposto: “le regole verranno pubblicate nei prossimi giorni; fino ad oggi la Bce non ha visto la necessità rendere noti documenti legali sul programma”. Non molto, dunque, è dato sapere sull’arma segreta annunciata da Draghi a Londra lo scorso luglio e presentata dal Consiglio della Bce nel settembre del 2012.
Sono trascorsi, dunque, circa dieci mesi: il dato certo è che il differenziale dei tassi di rendimento tra i titoli italiani e spagnoli e quelli tedeschi, ha subìto un veloce e stabile ridimensionamento. Un successo inequivocabile che per la corte di Karlsruhe non si traduce automaticamente in legittimità.
Nei giorni precedenti le udienze, il presidente Draghi si è speso in un tour mediatico per spiegare ai tedeschi i vantaggi della politica assunta dalla Bce e per assicurare tutti che la banca di Francoforte sta operando nei limiti del proprio mandato: in un passaggio funambolico, Draghi ha affermato che l’Omt non ha portato benefici solo ai paesi periferici, ma anche all’Europa tutta e, non ultimo, ai risparmiatori tedeschi. Il fatto che i bund tedeschi abbiano subito un incremento dei tassi d’interesse di 25 punti base, premia l’investitore tedesco (anche se poi Berlino paga un tasso più alto sui prestiti). Come a dire che allora l’Omt ha danneggiato i risparmiatori italiani che prima godevano di tassi sui decennali fino al 6,50 percento e che oggi si devono “accontentare” del 4,30 percento.
L’Omt rappresenta senza ombra di dubbio una sorta di polizza assicurativa per gli investitori che rischia però, a detta dei falchi tedeschi, a) di falsare il mercato dei titoli, b) rilassare le politiche riformatrici dei paesi che invece dovrebbero fare molto di più per tenere i conti in ordine. Come detto però, molto probabilmente, la Corte rigetterà il ricorso per non interferire nel lavoro della Bce ma potrebbe dare comunque un segnale politico esprimendo dei dubbi ed evidenziando le criticità dell’Omt; giudizi che Weidmann potrebbe continuare a usare come armi nel Consiglio direttivo per combattere l’incubo dei tedeschi: l’instabilità dei prezzi, l’inflazione.