“Solo una società accessibile diventa una società ideale”.
Salvatore Cimmino, nuotatore disabile.
di Max Cignarelli
Il lavoro, assieme alla scuola, secondo me, rappresenta il punto più alto e importante dell’integrazione sociale per un disabile.Ecco perché la politica italiana in tema deve fare molto di più e deve farlo in fretta.
Il 3 luglio scorso, a tal proposito, i disabili hanno protestato davanti a Montecitorio, per difendere il loro diritto al lavoro e chiedere l’applicazione della legge 68/99 che, a mio parere, andrebbe migliorata pur essendo riconosciuta dalle associazioni e dalla maggior parte dei politici una buona legge
I dati pubblicati a giugno sono impietosi.
Relativamente ai disabili occupati l’Italia è come lo Zambia .
Non per niente è arrivata una sonora bocciatura dall’Europa che definire storica non è affatto esagerato.
[blockquote align=”none” cite=”~Sentenza della Corte, quarta sezione”]Con il suo ricorso la Commissione europea chiede alla Corte di dichiarare che la Repubblica italiana, non imponendo a tutti i datori di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro (GU L 303, pag. 16). [/blockquote]
Infatti, la Corte di giustizia dell’Unione europea stabilisce che l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie a garantire un adeguato inserimento professionale dei disabili nel mondo del lavoro e chiede di rimediare al più presto.
Insomma un severo schiaffo in faccia meritato.
Purtroppo, si sa, non tutti i disabili possono lavorare a causa del loro handicap, ma quelli che possono devono vedere il loro diritto al lavoro pienamente garantito.