Contadini per scelta, di Giuseppe Canale e Massimo Ceriani (Jaca Book, 302pagg, 18 euro). È un libro utile e necessario e adesso vi spiego perché.
di Angelo Miotto
Esperienze e racconti di nuova agricoltura, recita il sottotitolo in prima.
Un argomento che in realtà gira su diversi circuiti, che riesce a far parlare di sé anche nelle grandi metropoli dove si sta sperimentando la, non più nuova, tendenza dell’orto, o di pratiche di gardening. Ma qui il discorso è ben diverso: parliamo di contadini, di nuovi contadini e di agricoltura. Anzi nel parlano proprio i contadini direttamente con gli autori, che hanno collezionato in un lungo viaggio una bella serie di interviste che hanno ridefinito, setacciato, scelto e quindi pubblicato.
Il registro di domanda/risposta è uno dei più utili e funzionali quando si vogliono riproporre il percorso del pensiero dell’intervistato e l’influenza delle parole che sceglie. Riportare il discorso diretto senza modificare o stravolgere il vocabolario dà uno strumento in più al lettore per capire, per foderare i propri sensi di una familiarità verso la terra che in molti abbiamo dimenticato.
Prefazione di Andrea Poggio di Legambiente e una bella introduzione con dei capitoli schematici, sintetici e chiari. Ne citiamo alcuni non prima, però, di aver riportato la dedica che apre i racconti: “ A Nuto Revelli, testimone della ritirata di Russia, comandante partigiano, amico dei contadini”. I titoli dei racconti, come vengono chiamate le interviste, dicono molto dei nuovi contadini.
Oggi, per fortuna, la parola contadino non è più connotata da un certo disprezzo o da una considerazione sminuente. Il sapere contadino, l’essere contadino e, particolare contemporaneo, essere in grado di rappresentare un settore di coerenza politica nelle pratiche oltre che nelle nuove teorie è diventato un plus, che potrebbe sfociare, a volte, in una tendenza.
Il concetto di rete è un concetto fortemente politico. Le esperienze come Valli Unite, ma come anche Genuino Clandestino, il grande mondo dei Gas, gruppi di acquisto solidali, così come quello dei Des, distretti di economia solidale, rappresentano una speranza da contrapporre al clima decadente e da basso impero che contraddistingue le dinamiche della politica nostrana.
[sz-youtube url=”http://www.youtube.com/watch?v=DR9tlU4V3Js&feature=share&list=UU7rtE8bT78oaXaNxK7yL-sg” caption=”da La terra tradita di Matteo Scanni e Angelo Miotto” /]
L’agricoltura, spina dorsale del nostro Paese, e non solo per una questione di nutrimento e di approvigionamento, ma anche la cosiddetta agricoltura di paesaggio, rappresentano una voce di bilancio importante non solo per l’Italia, ma anche in Europa, dopo si celebrano i 50 anni di Pac, politica agricola comunitaria.
Eppure di agricoltura poco si parla, eppure se non è agricoltura a sfruttamento intensivo, l’agricoltura sembra diventare una sorta di fenomeno radical-chic per pochi illuminati.
Ecco perché sono utili questi racconti di Canale e Ceriani per Jaca Book, perché andrebbero diffusi, come si suol dire, nelle scuole. O trasformati in video acaattivanti, nel caso i giovani alunni non siano più avvezzi alla lettura.
Solo qualche citazione dei titoli, come dicevamo:
– La montagna vive se ci sono persone che la lavorano
– Spero di non dover mai vedere questa collina piena di rovi
– Il lavoro allora si faceva perché non c’era un’alternativa, adesso la nostra è una scelta
– Bisogno puntare a un’agricoltura dove non sia il mercato a decidere il tuo ruolo
Qui trovate la scheda tecnica del libro.
Per chiudere un ricordo di un grande del biologico italiano, che dovette affrontare processi e aule di tribunale perché si era fissato di ‘fare’ il bio, Gino Girolomoni.
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