Un viaggio fotografico, dall’Iran al Libano, attraverso il racconto di un rapporto antico e complicato: quello tra la produzione e la consumazione di alcolici e l’Islam. In una terra di grandi e antiche tradizioni di vino e birra, il conflitto culturale non ha cancellato del tutto una antica abitudine
testo di Andrea Milluzzi, foto di Linda Dorigo
Il vino e la birra che beviamo tutti i giorni hanno origine in Medio Oriente. Nell’antichità il nettare degli dei era una presenza quasi sacra fra il Tigri e l’Eufrate, nelle valli siriane e nella pianura del Nilo. Con l’avvento dell’Islam le cose sono cambiate radicalmente e tuttora, nei Paesi dove il divieto religioso di consumare alcolici è più ferreo, trovare – o addirittura produrre – un bicchiere di vino o di birra rischia di diventare un’impresa.
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Però la situazione è diversa da Paese a Paese. In Iran l’alcol è severamente vietato, ma gli iraniani hanno imparato a produrlo nelle case e a consumarlo nelle feste private. In particolare, i cristiani armeni hanno sostanziose scorte di cognac e vino che riportano dai viaggi in Armenia, grazie ai controlli più blandi che vengono loro riservati, in quanto cristiani. In Iraq c’è una grossa differenza fra il Kurdistan e il sud del Paese. Erbil e Suleymanyah sono considerati “i bar del Medio Oriente” data l’alta densità di negozi e locali dove si trovano alcolici e il grosso business che vi ruota intorno.
A Bassora invece, la vendita di bevande alcoliche era il lavoro principale per i cristiani, interrotta però dopo la guerra del 2003 per gli attacchi e le uccisioni da parte dei musulmani più integralisti. In Giordania ci sono due importanti distillerie, una delle quali è la Eagle a Zarqa, una città vicino ad Amman. Sebbene la monarchia tolleri la produzione di alcool, questa distilleria è protetta da alte mura di recinzione e cannoni ad acqua, dopo che per due volte alcuni fondamentalisti hanno tentato di entrare e distruggere i macchinari. Altra birra famosa in Medio Oriente è la Taybeh, prodotta nell’omonima cittadina palestinese da un imprenditore cristiano che deve lottare contro le strette imposizioni al commercio imposte da Israele e contro un crescente fastidio verso la sua attività da parte di Hamas.
Infine il Libano multiconfessionale, dove l’alcol non solo è tollerato ma anche molto diffuso, soprattutto a Beirut e nelle zone cristiane. Un giovane ragazzo musulmano della capitale ha inventato la birra 961, nata sotto le bombe israeliane del 2006 e diventata poi un simbolo dell’identità libanese.