Genova G8: avevamo ragione. Ma non abbiamo saputo cosa farne.

Con il decennale del G8 nel 2011 pensavo di non dover più scrivere/parlare/ricordare Genova. Non perché non ci fosse più niente da scrivere/parlare/ricordare, ma perché temevo di finire nel reducismo più inutile: ritrovarsi come gli ex bersaglieri che ogni tanto incontri sui treni, con il doppiopetto che odora di naftalina, le gote arrossate e il cappello piumato appoggiato nel portapacchi. Oppure – altro rischio – ritrovarsi per un autoconsolatorio “avevamo ragione”. Certo che avevamo ragione, ma cosa ce ne siamo fatti?

di Danilo De Biasio

foto Lucio Cavicchioni

foto Lucio Cavicchioni

Qualche flashback per giustificare il mio sfogo. Nel gennaio 2001 convinsi l’allora direttore di Radio Popolare Piero Scaramucci a organizzare una diretta per tutta la durata del G8 genovese. Cominciò un pellegrinaggio quasi settimanale da/a Genova per incontrare tutti i protagonisti di quell’evento. Ad ogni ritorno a Milano il timore diventava certezza: ci poteva scappare il morto perché giganteschi interessi economici e politici avevano bisogno di stroncare un movimento internazionale che stava mettendo a nudo i meccanismi di rapina della globalizzazione liberista.

A maggio 2001 convinsi l’amministratore di Radio Popolare Sergio Serafini a tirare fuori i soldi necessari per avere a Genova il doppio di redattori necessari per una diretta. Mettevo in conto feriti e arresti anche tra di noi: ma dovevamo continuare a trasmettere. Per questo affittammo 3 studi di trasmissione, uno al confine della “zona rossa”, uno vicino al Media Center e un terzo in un luogo a conoscenza di sole 3 persone: dovevamo trasmettere ad ogni costo, anche quando avrebbero cercato di spegnerci. Per questo motivo e per dimostrare la nostra autonomia di giudizio rifiutammo l’invito del Social Forum di trasmettere dalla loro sede.

Radio Popolare andò in onda da Genova per tutta la settimana del G8, dando il massimo di risalto alle discussioni sui mali del pianeta: la finanziarizzazione dell’economia, il ruolo delle multinazionali, la sovranità alimentare, il razzismo diventato filosofia di governo. Parole a fiumi, una Babele di lingue, migliaia di giovani a prendere appunti, tanto folklore ma altrettanta solidità di analisi.

La notte del concerto di Manu Chao, tornando a piedi verso il centro storico, giganteschi camion-gru disponevano i container in un modo che ricordava inequivocabilmente la tonnara. Lo gridammo al mondo. Ma era troppo tardi.

Chi vuole saperne di più può farsi un’idea del nostro lavoro andando qui:

http://www.radiopopolare.it/archivio/archivioaudio/cronache-genova-2001/

Per anni ci siamo – giustamente – occupati principalmente della risposta militare che polizia, carabinieri, finanzieri scaricarono sui manifestanti. Solo recentemente, per esempio con la meritoria mostra itinerante “Cassandra”, ci siamo soffermati sulle profonde ragioni che sostenevano quel movimento.

Denunciare nel 2013, nel mezzo della peggiore crisi economica dell’ultimo secolo, lo strapotere delle “locuste” finanziarie, le complicità di banche e istituzioni sovranazionali, la strumentalizzazione della “sicurezza” può apparire perfino banale. 12 anni fa, lo ricordo per chi allora era troppo piccolo, significava andare in “direzione ostinata e contraria”.

E fa ancora più effetto sottolinearlo in questa desolazione che è diventata la politica italiana. I partiti della sinistra hanno per un po’ blandito quel movimento, ma non hanno mai fatto proprio quelle idee, quelle ragioni, quelle pratiche. La crisi del secondo governo Prodi e le successive elezioni hanno chiarito che una sinistra “antagonista” o “radicale” non può convivere con una sinistra “riformista” quando c’è da governare, quando c’è da scegliere chi deve pagare il prezzo della crisi e chi ha già pagato a sufficienza.

La storia non concede quasi mai repliche. Non ci darà una seconda chance per un’altra Genova. Peccato: forse qualche errore e qualche cattiveria potremmo evitarli. Ma non scommetterei altrettanto sulla capacità della classe politica.



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