Sesso e handicap

La piena integrazione sociale passa anche attraverso la vita relazionale e affettiva.
Quando si parla dei diritti dei disabili raramente si fa riferimento alla sfera intima, quella dei sentimenti, delle emozioni e della sessualità.
Tania Sabatino, sociologa e giornalista.
di Max Cignarelli
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Purtroppo c’è sempre bisogno di qualcuno che ci ricordi queste ovvietà, non essendo ancora metabolizzate da una fetta di società.
Concordando in pieno con Sabatino, aggiungo che, oltre a essere un diritto, la sfera sessuale e dei sentimenti è, prima di tutto, una cosa naturale e non deve avvenire per forza solo tra disabili, come non deve avvenire solo tra neri e tra bianchi, ma con la persona che piace, disabile e non disabile.
C’è un altro aspetto da sottolineare.
Purtroppo i dati ci dicono che anche alcuni genitori, pur ovviamente volendo bene ai loro figli, non si pongono neanche il tema della loro affettività e sessualità, altri più aperti di mente, rendendosi  conto delle naturali esigenze dei figli disabili e del fatto che non riescono a trovare una compagna a causa della loro disabilità, più o meno grave, organizzano incontri con prostitute.
Credo che come ci vanno gli uomini normali, non c’è niente di strano se ci vanno anche i disabili, anche semplicemente perché ne hanno voglia, ovviamente con le precauzioni sensate del caso, ma questo vale per tutti.
Personalmente , io ho altre esigenze, spero in una compagna, in  una storia, breve o lunga, non si puo sapere, ma in una storia.

Come io rispetto le esigenze degli altri, ovviamente pretendo che gli altri rispettino le mie.

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