Sei a Rio e non vuoi scrivere del Papa? Impossibile. E allora eccoci a raccontare quello che abbiamo visto e anche un po’ di quello che pensiamo.
di Claudia Bellante
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Francisco è arrivato in città ieri, nel pomeriggio. Fiori e canti l’hanno accolto all’aeroporto e poi una macchina l’ha caricato per portarlo alla Cattedrale dove ad attenderlo c’era la papamobile, rigorosamente scoperta, e milioni di fedeli che già nei giorni scorsi avevano invaso e colorato la capitale carioca. Peccato che da subito qualcosa sia andato storto e che il pontefice si sia ritrovato nel mezzo dell’Avenida Presidente Vargas imbottigliato nel traffico. L’autista aveva sbagliato percorso e si era andato a ficcare in una delle strade più intasate di Rio, la polizia non sapeva cosa fare e tutti si buttavano in mezzo alla strada pur di vederlo, toccarlo, fotografarlo. Noi eravamo sul 485, l’onibus che ci avrebbe dovuto portare a casa ma essendo tutto bloccato abbiamo deciso di scendere. Gli elicotteri sorvolavano sui grattacieli cercando di tenere sotto controllo la situazione, le persone urlavano di felicità e si commuovevano al suo passaggio e lui tranquillo, salutava sorridendo. O almeno così pare perché io in mezzo a tutta quella calca credo di aver intravisto solo un pezzo di manica. Bianca era bianca.
Rimessosi sul giusto cammino Francisco è finalmente arrivato alla Cattedrale, da lì ha fatto il giro di saluti alla folla e poi è andato a Palazzo Guanabara, dove lo attendeva la presidente Dilma. Hanno parlato dei giovani, dei poveri, hanno preso impegni comuni per migliorare questo mondo, hanno mangiato biscotti e bevuto acqua. Poi O Papa giustamente è andato a riposare e fuori dal Palazzo è esploso il caos.
La manifestazione che era cominciata nel pomeriggio, prima del suo arrivo, è stata repressa brutalmente dalla Polizia che ha sparato centinaia di proiettili di gomma e anche uno vero ferendo alla gamba un ragazzo che tornava a casa. Diverse persone sono state arrestate, tra cui due giornalisti di Midia Ninja, un collettivo che da settimane manda in diretta le proteste. I ragazzi fuori non manifestavano contro il Papa ma contro gli sprechi, la corruzione e il sistema di trasporti inefficiente che rende la vita degli abitanti di Rio difficile, se non impossibile. L’arrivo del Papa è stata un’occasione, così come lo era stata la Confederations Cup a giugno scorso, per attirare l’attenzione sui problemi e le ingiustizie quotidiane. Francisco non sta antipatico a nessuno, anzi. Come può non piacere a prima vista un Papa che sorride sempre, che non vuole fronzoli e che non dorme in una suite? Che va nelle favela, tra i carcerati e i dipendenti di crack? Io solo gli chiedo di non essere troppo naif e di non tirarsi indietro se nel corso della settimana il Paese che lo ospita si comporterà male nei confronti dei propri cittadini. Se la violenza supererà ogni limite accettabile e se non si saprà la verità su tutte quelle persone che ogni giorno scompaiono nel nulla, perché la loro vita vale poco o niente. Come Amarildo de Souza, un uomo di 43 anni fermato dalla Polizia nella favela di Rocinha dieci giorni fa e mai più ritornato a casa.