E’ morta in Zimbabwe, a soli 37 anni, Chiwoniso Maraire, cantante e musicista della tradizione Shona era diventata famosa in tutto il mondo con l’album “Ancient Voices”
[author] [author_image timthumb=’on’]http://www.buongiornoafrica.it/wp-content/uploads/2012/06/raffa01.jpg[/author_image] [author_info]di Raffaele Masto. Faccio il giornalista e lavoro nella redazione esteri di Radio Popolare. Nei miei oltre venti anni di carriera ho fatto essenzialmente l’inviato. In Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa, continente nel quale viaggio in continuazione e sul quale ho scritto diversi libri dei quali riferisco in altri spazi del blog www.buongiornoafrica.it. Insomma, l’Africa e gli africani, in questi venti anni, mi hanno dato da vivere: mi sono pagato un mutuo, le vacanze e tutto ciò che serve per una vita di tutto rispetto in un paese come l’Italia.[/author_info] [/author]
Il suo canto malinconico e le vibrazioni della mbira, uno strumento tradizionale formato da una tavoletta di legno e lamelle metalliche, avevano fatto conoscere il suo paese e, negli ultimi anni, la drammatica situazione dello Zimbabwe sotto la dittatura di Robert Mugabe.
La sua storia racconta il personaggio quasi quanto la sua musica. Era nata nel 1976 a Washington dove suo padre Dumisani Maraire, musicista ed insegnante, si era trasferito per specializzarsi come etnomusicologo. Chiwoniso Maraire aveva trascorso l’infanzia avvolta dai ritmi e dai suoni del suo paese natale. La madre, una vocalist di talento, aveva affinato la sua voce.
Per Chiwoniso Marare era poi diventato determinante ritornare sulla sua terra per approfondire le tradizioni musicali locali e per trarne ispirazione. Nel 1990 infatti rientra nonostante siano già avidnti nel paese le degenerazioni alle quali porterà la politica dell’eterno presidente Mugabe del quale diventa una ferrea oppositrice.
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Per rendersi conto di ciò che ha rappresentato la musica di Chiwoniso Marare per lo Zimbabwe e per la popolazione che non ha, di fatto, oppositori politici sui quali contare, basta ascoltare l’ultimo suo lavoro musicale uscito co il significativo titolo di Rebel Woman. I dodici pezzi musicali di questo CD sembrano essere inni alla pace, alla denuncia dell’ingiusta situazione sociale, e allo stesso tempo celebrazioni di tradizioni e luoghi che il regime preferisce non evocare. Un pezzo di questo Cd è particolarmente significativo. Il titolo è Matsotsi che significa la Terra dei Ladri. Un titolo e una musica che non occorre spiegare.
In una recente intervista Chiwoniso Marare dichiarò: “Ho scelto di vivere ad Harare per stare nell’occhio del ciclone, per avere i disordini, l’oppressione del governo e le diseguaglianze sociali, tutti i giorni, davanti ai miei occhi. E per reagire solo con la musica: l’unica arma che sappia usare”.
Adesso Chiwoniso Marare è morta. L’annuncio scarno è stato dato da una parente: era ricoverata in ospedale per dei problemi polmonari ed è stata uccisa da una complicazione sopravvenuta.
Non si è smentita, se ne andata a pochi giorni dalle elezioni per attirare l’attenzione internazionale sul suo paese mentre si consumerà l’ennesima ingiustizia: l’occupazione del potere di un quasi novantenne dittatore che nonostante l’età continua a tenere in ginocchio un intero paese.