L’11 marzo del 2011, nella centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, quattro esplosioni seguenti allo tsunami che ha colpito il Paese, generano un disastro drammatico. Dopo due anni, l’autorità di controllo del settore nucleare giapponese ha proclamato una “situazione di emergenza” : acqua altamente radioattiva continua a riversarsi nell’oceano Pacifico senza che il gestore dell’impianto, la Tepco (Tokyo Electric Power), sia in grado di contenerla.
La gravità della minaccia posta dall’acqua contaminata all’habitat marino e le sue conseguenze sull’ambiente non sono ancora state definite con certezza. Ma le sostanze radioattive possono risalire la catena alimentare e nuocere alla salute dei pesci, poi a quella degli uomini che li consumano.
Il fotografo giapponese Noriko Takasugi, assieme ad altri otto colleghi, ha dato vita al Fukushima Photo Project, che consiste nel tenere seminari e sessioni di ritratti nei luoghi colpiti dal disastro.