Gerusalemme per una giornata si è vestita dei colori arcobaleno della bandiera dei diritti LGBT, gay, lesbiche, transgender e bisessuali.

da Gerusalemme testo e foto di Francesco Collina

Oltre 500 persone – secondo gli organizzatori – si sono riunite il 29 luglio scorso ed hanno marciato dal parco dell’Indipendenza fino ai giardini della Knesset, il parlamento israeliano, per chiedere più diritti e manifestare la loro presenza anche nella cittá santa.

“A Gerusalemme c’è una consistente comunitá gay – ha dichiarato May Peleg, una delle organizzatrici del pride e presidente della Jerusalem Open House – vogliamo mostrare a tutti, anche ai religiosi che ci siamo, che siamo presenti”.

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I manifestanti, oltre ai consueti vestiti sgargianti e colorati, portavano con loro slogan e bandiere di partito, per la maggior parte della sinistra ma erano presente anche magliette e bandiere dei partiti di governo di centro destra, sopratutto del Likud, il partito del premier Nethanyau.

“La nostra non è una manifestazione politica- ha continuato Peleg – ci sono omosessuali in tutte le correnti politiche israeliane, di destra o di sinistra”. Il pubblico peró non sembrava pensarla esattamente allo stesso modo fischiando, infatti, i politici del governo intervenuti alla manifestazione ed applaudendo invece i rappresentanti dell’opposizione, il Meretz ed il partito arabo Hadash. Insieme a militari con adesivi arcobaleno sopra le divise sono stati numerosi gli slogan, le magliette e gli adesivi che chiedavano la fine dell’occupazione della Palestina.

“La situazione in Israele è migliore rispetto ad altre parti del mondo riguardo i diritti degli omossesuali – ha concluso Peleg – ma è sicuramente ben lontana da essere perfetta. A Tel Aviv è più semplice esprimerci e manifestare la nostea identitá ma vogliamo farlo anche qui a Gerusalemme dove – in fondo – siamo una minoranza fra le altre ed abbiamo gli stessi diritti di esistere e manifestare le nostre opinioni”.