Hijos, la storia orale dei figli dei desaparecidos in Argentina, Cile e Uruguay – BoD edizioni
Ricorda Baltasar Garzón, il giudice che riuscì a tenere inchiodato per un anno e mezzo Augusto Pinochet a Londra, che Albert Camus in La peste considerava che l’unico strumento per lottare contro l’epidemia fosse l’onestà. Traslato al suo lavoro di magistrato Garzón rivendica come ciò voglia dire che sia la giustizia, il far giustizia, l’unico strumento per combattere l’impunità. Traslato al mestiere di storico l’unico strumento per vincere l’impunità è la memoria. Ma cosa vuol dire memoria dal punto di vista del metodo storico ? E dal punto di vista del metodo della storia orale ?
Cosa vuol dire dal punto di vista della relazione col testimone ? Gennaro Carotenuto s’interroga sull’importanza della storia orale nello studio delle dittature latinoamericane partendo dall’esperienza di vita dei figli delle vittime della repressione delle dittature in Argentina, Cile e Uruguay. Sonofigli di desaparecidos, figli di assassinati, prigionieri politici, esiliati. Alcune testimonianze esclusive sono di giovani che hanno vissuto parte della loro vita nelle mani dei carnefici, con un altro nome, educati spesso con violenza a cancellare la loro identità. Hanno vissuto la loro infanzia e la loro giovinezza alla ricerca di chi non c’era più, a cercare di capire perché e ad esigere giustizia. Oggi che il cammino della giustizia ha ripreso il proprio corso, soprattutto nell’Argentina che con Nestor Kirchner annullò tutte le leggi sull’impunità e sta oggi realizzando migliaia di processi per la sparizione dei suoi 30.000 desaparecidos, E un libro di storia, ma di storia viva, con persone in carne e ossa che raccontano se stessi in prima persona.