Il progetto fotografico di Pierangelo Laterza sul rapporto tra la fabbrica dell’Ilva e il suo territorio
Uno skyline industriale incombe su Taranto da qualsiasi angolazione visiva e mentale la si guardi. Fumo e polvere e sostanze inquinanti si sono sparse per oltre cinquant’anni su una città condotta a forza verso una presunta “vocazione industriale” ma in realtà con ben altre, e sempre più invisibili, vocazioni al mare, alla terra, al turismo.
Acqua e petrolio, campagna e acciaio, colonne doriche e cemento, non convivono in questa città del sud Italia.
E non convive più nemmeno l’assurda alternativa tra lavoro e salute. Sansavenir, si legge su un muro che divide l’Ilva dalla città che le sta intorno. Queste immagini parlano di quello che le sta intorno.