In morte di Pavlos

Un grido di dolore, un atto di accusa. Perché quello che succede in Grecia riguarda tutti noi

di Niovi Zarampouka-Chatziman, da Atene

Alba Dorata, sotto il suo falso profilo anti sistemico, si presentò come il partito del popolo represso, per i Greci e contro chi devasta il loro paese glorioso, mentre attacava migranti, proclamava la distruzione dei sindacati con la forza e sosteneva i “grandi patrioti” industriali dentro e fuori il parlamento.

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Pavlos aveva 34 anni. Pavlos cantava. Pavlos aveva dei sogni. Pavlos era antifascista…  Pavlos è stato assassinato da mano nazifascista ieri mattina dopo essere stato percosso da un gruppo di decine di persone vestite con la maglietta nera… Spesso la crudeltà della quotidianità di fronte alla morte ci rende passivi.

“Ancora uno… non e’ la prima volta, o magari queste cose succedono… si e’ vero che Alba Dorata è estrema, ma pure quelli di sinistra sono estremisti. Gli estremi si incontrano”, ha detto ieri il primo ministro. Morte, però, vuol dire MORTO-FINE anche se i cori ieri, ad Atene e nel mondo intero, urlavano come tante altre volte ancora Dax Vive, Carlo Vive, Vincent Vive, Alexis Vive… Pavlos Vive.

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Pavlos cantava contro il fascismo, contro il capitalismo, la troika e l’austerità, ma nel frattempo era anche un operaio greco. La società greca guardava gli attachi contro i migranti pensando che questo fosse lontano da loro, perché “se non gli piace possono tornare al loro paese”. Adesso siamo di fronte un passo avanti dei fascisti, un passo più vicino alla serenità della famiglia greca. Il momento al quale uno si spaventa di più anche se ancora rimane un ragazzo di sinistra, estremista per certa gente.  Però in questo momento rimane con loro solo chi è veramente convinto della loro ideologia.

Pavlos è stato accoltellato, e questo coltello lo tenevano in mano le 500mila persone che in nome della disoccupazione, della vendetta contro i politici corrotti, in nome della “lotta” contro i migranti che sono troppi nel centro di Atene, hanno votato per questo partito nazifascista. Non ci sono più scuse. Ognuno deve scegliere la sua posizione: con loro o contro di loro, perché anche la posizione dell’ indifferenza comporta un’assunzione di responsabilità per quello che ha lasciato accadere.



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