Laicità

Fabio mi guarda, l’insegnante di prima elementare sta spiegando come lavoreranno con i bambini, il programma di questo primo anno di scuola. E Fabio mi sussurra all’orecchio: ma il crocefisso che ci fa là sul muro?

di Angelo Miotto

CHURCH_AND_STATE_STREET

Già, che ci fa il crocefisso sul muro in una scuola pubblica?
Arriva il maestro di religione. I genitori chiedono: scusi e chi non fa religione?
La risposta è rivelatrice: hanno posizionato le ore di religione al mattino presto, chi non ‘fa’ religione può entrare alle dieci e mezza.
E per i genitori che lavorano? Non c’è problema: chi vuole entra dopo, chi non può entra e verrà messo in un’aula vicina. A fare che si può immaginare, disegnare, giocare. Che altro?

Le maestre sono gentili e serenamente spiegano che i tagli hanno portato alla diminuzione di personale e quindi non c’è un’alternativa. Quindi ognuno si arrangia, come faranno i genitori di tutto il Paese portando carta igienica in classe e altri materiali che la scuola pubblica, anche se pubblica, preferisce vengano dai privati.

Ma torniamo al crocefisso. Non è questione di fastidio per l’oggetto in sé. Ognuno vive la sua dimensione spirituale come crede. Il punto è che sia lì, perché la scuola pubblica non è confessionale, è laica.

In Francia c’è dibattito, perché il ministro dell’istruzione ha lanciato per la remntrée di quest’anno una Carta della Laicità, ve la pubblichiamo qui tradotta dal francese. Sono quindici punti che partono da premesse universali e poi scendono nel particolare. La Carta francese ha già provocato reazioni da Via Solferino, Corriere della Sera (leggete qui), alla rivista Tempi (qui), ma per chi legge il francese forse la cosa migliore è andare a vedere il dibattito ben più interessante che ha proposto il quotidiano Libération, che ha presentato opinioni a confronto (leggete qui).

Ne approfittiamo per ‘rubare’ un link dagli articoli d’Oltralpe, con uno studio sulla laicità in Europa (eccolo qui).

[blockquote align=”none”]C’è rumore su questa Carta in Francia perché c’è chi critica la dichiarata parità fra ragazzi e ragazze come un escamotage che andrebbe contro i cittadini di fede musulmana, anche nei punti in cui si dice che a scuola non si devono esibire oggetti o segni di riconoscimento religioso. C’è chi sposta il dibattito sul fatto che la laicità, in sé, non è nulla se posta a contrario rispetto al concetto di religione, e chi, invece, crede che questa iniziativa sia un buon punto di partenza per un’educazione scolastica che non abbia nulla a che vedere con scelte e stili di vita che attingono all’individuale extra-scolastico.[/blockquote]

Infine, concludiamo il quadro di fonti che lasciamo ai vostri pensieri, c’è anche chi – come all’Indipendent – sostiene che questa Carta non cambierà proprio niente. E non sono pochi quelli che ritengono che il vero piano di scontro stia sull’abolizione delle frontiere fra classi sociali e in una riflessione sulla ripartizione del benessere economico, più che in una campagna che ha scelto il valore della Laicità come un bene necessario da difendere.

 



Lascia un commento