Un progetto fotografico, in Yemen, per ricordare ai droni che sono persone quelle che muoiono
di Q Code crew
30 settembre 2014 – Faccioni sorridenti su un muro di Sana’a, in Yemen, raccontano di una protesta. Quella dei cittadini yemeniti che da anni convivono con la guerra sporca dei droni. Gli aerei senza pilota statunitensi che, per non far subire perdite alle forze armate Usa, si dirigono teleguidati su un obiettivo e fanno fuoco.
Solo che nella maggior parte dei casi non muore solo l’obiettivo, che pure in un consesso civile avrebbe diritto a un processo, ma viene colpita la sua famiglia, i passanti, quando non si sbaglia proprio obiettivo, colpendo magari un matrimonio.
Questo progetto di giovani e meno giovani, donne velate o a capo scoperto, vuole ricordare a tutti che quando un drone spara lo fa in un luogo abitai da esseri umani, non da sagome. Non è un videogioco.
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