L’insegnamento della lingua in Bosnia é facoltativo ma da ottobre sbarca anche nelle elementari di Sarajevo, Ankara finanzia
di Francesco Caponio, da Italintermedia
5 ottobre 2013 – Tra pochi giorni l’insegnamento della lingua turca nelle scuole elementari bosniache non rimarrà confinato solo nei cantoni di Herzegovina-Neretva, Bosnia-Podrinje e Zenica-Doboj, ma approderà in ben nove istituti della capitale Sarajevo, dove sarà uno dei corsi di lingue facoltativi insieme al francese, tedesco e arabo.
Con grande soddisfazione di Ankara, l’accordo concluso alcuni giorni fa tra il ministero dell’Istruzione bosniaco e il Centro culturale turco in Bosnia “Yunus”, rafforzerà la già enorme ripercussione turca sulla cultura e sull’istruzione di Sarajevo. Del resto, in base al documento siglato, Ankara non si limiterà a finanziare di tasca propria i nuovi corsi di lingue ma contribuirà bensì all’ammodernamento e alla ristrutturazione di alcuni tra questi istituti scolastici. I fondi per il progetto verranno messi a disposizione dal governo turco per almeno tre anni, dopodiché le condizioni dell’accordo andranno riformulate, sebbene una nota diffusa dal Centro “Yunus” abbia assicurato una “piena” e totale” disponibilità da parte delle autorità turche.
In base alle stime riportate dal Centro culturale, fondato nel 2009 per promuovere la cultura e la lingua turca nei Balcani, in Bosnia quest’anno saranno almeno 4.000 gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori e 400 gli studenti universitari a sottoporsi all’insegnamento del turco. È anche vero che negli ultimi anni i corsi di lingua turca sono diventati molto popolari specialmente tra gli studenti liceali e universitari bosniaci; quattro università statali, Tuzla, Zenica, Mostar e Sarajevo, offrono addirittura corsi di studi incentrati sulla filologia turca. Non mancano, inoltre, incessanti campagne promozionali per diffondere la cultura e la lingua turca tra i giovani bosniaci, organizzate dai due atenei della capitale finanziati da Ankara: l’Università internazionale di Sarajevo e l’Università internazionale Burch.
Inaugurata nel 2004, l’Università Internazionale di Sarajevo è lautamente sostenuta da uomini d’affari turchi molto vicini all’esecutivo di Ankara, mentre l’ateneo Burch è stato fondato nel 2008 da Fethullah Gulen, un influente predicatore musulmano turco che guida un movimento religioso e culturale con estensioni ormai in tutto il mondo. Aldijana Had?ić e Emina Karahod?a, studenti universitari al secondo anno della facoltà di filologia orientale presso l’Università internazionale di Sarajevo, hanno raccontato al sito internet “Southeast Europe Times” di aver scelto questa strada con grande determinazione dopo aver frequentato un corso privato di lingua turca. “Ho iniziato a imparare il turco per motivi personali, perché i miei amici provenienti dalla Turchia non conoscevano né il bosniaco, né l’inglese. Durante gli anni universitari, ho inoltre approfondito la mia conoscenza della lingua e della cultura visitando la Turchia diverse volte. Voglio continuare la mia formazione specialistica proprio ad Ankara”, ha spiegato Had?ić.
Il Ministero dell’Economia turco, in dieci anni (tra il 2002 e il 2012), ha versato oltre 110 milioni di euro nella casse della Bosnia Erzegovina, inclusi gli importanti investimenti assunti nel settore bancario e aeronautico. Secondo molti esperti l’interesse di Ankara nel promuovere una campagna così aggressiva e dispendiosa per diffondere la propria cultura e lingua in Bosnia, deriverebbe dal retaggio storico che accomuna i due Paesi, risalente al quindicesimo secolo. Nel 1463 la Bosnia divenne una provincia dell’impero ottomano e lo rimase per altri quattro secoli, finendo poi nel 1878 nelle mani degli austro-ungarici.