Un chirurgo nella polvere

Giuseppe Meo, nel 1968, ha fondato una piccola ong a Torino. E’ scomparso qualche tempo fa, questo reportage resta una testimonianza di una vita donata all’Africa 

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/Schermata-2013-06-14-alle-09.27.47.png[/author_image] [author_info]di Alessandro Rocca. Nato a Torino, giornalista pubblicista, fotografo freelance, regista e autore di documentari. Ha scritto, diretto e sceneggiato il film-documentario “La lista del console”, Media UE – Excellent Award Indie Film Festival 2012. Ha collaborato alla realizzazione della trasmissione tv di Rai 3 “Radici” – Viaggio alle origini delle migrazioni” e  alla realizzazione di oltre 60 documentari e reportages in più di 50 paesi del mondo per trasmissioni tv tra cui: Il Pianeta delle meraviglie, Timbuctù, Geo&Geo, Alle falde del kilimangiaro. Ha realizzato reportages ed inchieste per Effetto reale (La7). Finalista al Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi nella sezione produzione nel 2004 con il documentario “Nos existimos”, sulla condizione degli indios e dei senza terra in Amazzonia. Premio Hermes per la comunicazione turistica (2005) con il documentario “Andalusia”.Regia del documentario “Somalia-Italia”, con Francesco Cavalli, presentato al Premio Ilaria Alpi del 2007 e all’interno di Piemonte Movie 2009 – Ha scritto nel libro “Carte false” (ed. Verdenero), curato da Roberto Scardova, sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in Somalia – Collaborazioni giornalistiche e fotografiche con: Famiglia Cristiana, Wired, Oasis, Africa, Avvenire. [/author_info] [/author]

“Il Sud Sudan ha un fascino misterioso che deriva dai suoi forti contrasti:

il senso della dignità delle persone e la loro miseria estrema, la siccità e le

piogge furiose, le grani mandrie e le carestie, l’amore per i bambini e gli

orrori della guerra”.

 

da “Africa Malata” di Giuseppe Meo – pubblicato da L’Harmattan Italia, nel 2010.

 

“Lungo la strada che separa Juba da Rumbek nel Sud Sudan, noto del movimento in una piccola radura. Sono il popolo Dinka. Stanno facendo festa, a modo loro: danze, canti e wrestling, La lotta che tutti conosciamo e se le danno di santa ragione!! La strada è lunga e quando arriviamo a Rumbek è ormai sera. Qui incontro Pino Meo, medico chirurgo da oltre 40 anni vagabondo per l’Africa ed in particolare per il Sudan, terra che ha eletto a sua seconda patria”.

Sono appunti di viaggio del 2010, quando ho conosciuto il dottor Giuseppe Meo, Pino per tutti. Pino se n’è andato all’inizio del 2013, lasciando una grande testimonianza a tutti coloro che all’interno del CCM (il comitato collaborazione medica di Torino) piccola ONG che ha contribuito a fondare oltre 40 anni fa.

Quel viaggio mi ha insegnato molto e lascio che siano le sua parole a raccontare la forza di un piccolo grande uomo, che ha agito sempre in contesti estremi, a volte rischiando la vita, ma con la vita come obiettivo.

 

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Ancora dai miei appunti i viaggio

 

“Pino mi mostra un’ospedale, ma dice che lui ha tutta un’altra idea per avvicinare questa gente, la sua gente, come dice lui, alla medicina di base. Decidiamo poi di partire per Bunagok: altre strade polverose e scomode, ma paesaggi mozzafiato. Con noi c’è John, fiero del suo essere un Dinka, popolo guerriero e schivo, ma cordiale, ci mostra un cattle camp, i tipici accampamenti nomadi della sua gente: fumo e bambini, polvere e vacche, piccoli fuochi e povere capanne, ma tanti sorrisi. A Bunagok c’è un piccolo ospedale che serve una vasta zona. Pino, ora si sente davvero a casa. Viene accolto come un re, portato a

spalle e appoggiato dolcemente su una sedia. La popolazione del villaggio si raccoglie per ringraziare in modo ufficiale il suo lavoro e del ccm la piccola Ong di cui è stato fondatore nel lontano 1968. Mi spiega che il conivolgimento delle comunità locali, l’aggiornamento degli infermieri di base e la chirurgia povera sono i dogmi sui quali si fonda il suo lavoro qui, da oltre 40 anni. La sera è ancora festa intorno al villaggio. Sono forse qualche

migliaio le persone che si sono radunate, arrivano anche da 20 chilometri di distanza. Sono sempre Dinka e questa volta la sfida e sulle danze. Proseguiamo il viaggio verso Yirol, la piccola ong agisce anche sul territorio e in un villaggio di sfollati, con una unità mobile, stanno effettuando vaccinazioni alle mamme e ai bambini, sempre con il supporto della gente del luogo, che agisce in prima persona”.

Il Comitato Collaborazione Medica, tramite l’Accademia di Medicina di Torino, ha conferito, per ricordarlo un Premio dedicato alla sua memoria, ad un chirurgo italiano  specialista in “chirurgia povera” in Sud Sudan. Il premio è stato consegnato il 19 novembre 2013 a Fabrizio Sammartano, dottore in Medicina e Chirurgia.



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