GIOVANE E BELLA
di Francois Ozon, con Marine Vacht, Geraldine Palhinas, Frederic Parrot, Johann Laynsen.
Uscita: 7 novembre
di Irene Merli
7 novembre 2013 – “A diciassett’anni non si può essere seri, se ci sono verdi tigli lungo la passeggiata” . Così scriveva Rimbaud, in una delle sue più belle poesie. Isabelle ha giusto quest’età strana e drammatica, in cui tutto può apparire terribilmente serio o non esserlo affatto. Lei vive una vita “normale”: va in una buona scuola (dove non a caso un professore commenta proprio i versi di Rimbaud), ha una madre presente, un patrigno affettuoso, un fratello più piccolo, una bella casa, un gruppo di amici, ed e’ anche attraente. ma come molti adolescenti, sente una grandissima solitudine interiore, glielo lo si legge dallo sguardo muto e distante.
Un deserto a cui la fanciulla reagisce in un modo decisamente provocatorio. La sua storia ci viene raccontata in quattro stagioni, dall’ estate alla primavera successiva, scandite da altrettante canzoni di Françoise Hardy. E proprio nel capitolo estivo la vediamo avere il primo, deludente, rapporto con un ragazzo di cui non le importa molto così, quando torna in città, Isabelle senza motivi apparenti si trasforma in una raffinata escort.
E fa tutto da sola, nessuno la spinge o l’adesca. Usa internet, si trova il nome d’arte Lea, per andare agli appuntamenti toglie i jeans e i golf e mette stivali e abitini della madre: vuole sembrare più grande, ma mai volgare, appariscente. E i soldi che guadagna neppure li spende: li nasconde nel suo armadio. La madre si accorge solo che fa un po’ troppe docce, ma la crede una mania dell’età.
Invece Isabelle- Lea ha sempre successo, e con clienti tutti di venti, trent’anni più’ grandi di lei. Alcuni sono scortesi, altri incolori. Uno però, più gentile e umano degli altri, riesce a scalfire l’indifferenza con cui la ragazza vende il suo corpo. A Isabelle viene facile adattarsi: non le costa assecondare il desiderio altrui, forse proprio perché non conosce il proprio.
Georges invece, anche se è decisamente più anziano, le suscita tenerezza, forse addirittura piacere. Ma proprio con lui avverrà un fatto che le cambierà la vita, che interromperà di colpo il suo gioco proibito e la porterà a un incontro con un altro sguardo malinconico come il suo: quello della moglie di Georges, una magnifica, affascinante e vinta Charlotte Rampling, che forse la aiuterà a cancellare Lea.
Ozon, dopo l’ultimo Nella casa, si sofferma ancora sul mistero assoluto dell’adolescenza, periodo da sempre crudele e difficile, ma forse oggi ancora più aspro da affrontare. Il regista, che ha scelto una bellissima ex modella di 23 anni come protagonista proprio per la disinvoltura con cui vive il suo corpo, non giudica Isabelle né ne seziona le emozioni.
Certo, si capisce che sullo sfondo della storia c’è un padre assente che ha rifiutato la sua prima famiglia. E forse farsi pagare da uomini più grandi per la giovane escort è un modo di vedersi riconosciuto un valore, anche se materiale. Ma questo è solo un punto di vista, un tentativo di spiegare l’inspiegabile. “Il sogno di essere oggetto della sessualità”, ha detto Ozon a Cannes, “rappresenta il bisogno di essere desiderati. E la fantasia di prostituirsi è comune a moltissime donne. In ogni caso io volevo far vedere la lotta personale che si vive nell’adolescenza: c’è’ una violenza interiore che si ha bisogno di esprimere. E spesso non si sa come”.
In giorni nei quali lo scandalo delle baby squillo quindicenni di Roma sta assumendo contorni sempre più inquietanti, Giovane e bella arriva sugli schermi come un soggetto molto più misterioso della pur grave vicenda dei Parioli. Unico denominatore comune: lo squallore degli “utilizzatori finali”, nel film come nella vita. Lolita ha un fascino che non muore, anzi. Con buona pace del suo grandissimo creatore…