Corridoio Nord – 7 parte

A settembre 350 profughi sono stati rimandati in Italia, intercettati mentre cercavano di raggiungere la Svezia. Parte da Milano il  reportage che ripercorre il viaggio dei siriani verso il nord Europa

 

di Lorenzo Bagnoli, da Copenaghen, per Terre di Mezzo

 

9 novembre 2013 – MALMOE – “Ehi, italiani?”. Ibrahim, classe 1986, da Aleppo, è arrivato da poche ore alla stazione di Malmo, in Svezia. Mi riconosce: ci siamo visti al centro profughi allestito dal Comune di Milano in via Aldini. Abbiamo percorso due rotte parallele, Ibrahim ed io. Il ragazzo siriano è andato prima a Ventimiglia e poi in treno ha attraversato la Francia, con destinazione Parigi. Da lì ha preso un autobus simile a quello che ho preso io, diretto a Malmo, porta d’ingresso via mare per il paese scandinavo. Ma le frontiere non si passano tutte d’un fiato, come può facilmente fare un cittadino dell’Unione europea.

Quando si viaggia senza passaporto, come Ibrahim, si rischia di essere fermati. Allora si scende e si aspetta di capire il momento buono e si varca la frontiera a piedi. A Liegi, Ibrahim ha passato una notte in un dormitorio e ha aspettato poi il momento propizio. Nessuno t’ha fermato? Eppure i controlli ci sono ad ogni frontiera, prima dell’arrivo in Danimarca. Ibrahim guarda verso il cielo e scioglie il suo viso contratto in un largo sorriso. Il suo giubbotto grigio non lo riscalda a sufficienza. I chilometri attraversati con il cuore in gola l’hanno sfiancato, è evidente. Ma vuole partecipare comunque alla discussione e alle volte ferma e corregge il suo traduttore, Tarif.

foto di Germana Lavagna

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Tunisino, sui 40 anni, Tarif è quell’uomo di mondo che si incontra in ogni porto di mare, un personaggio romanzesco, che ha vissuto in mezza Europa, che parla correntemente arabo, italiano, francese, inglese e svedese. In Italia ci è stato diverse volte “sempre a Nord”. Da tre mesi, ufficialmente, lavora in una pizzeria di Malmo. Ma sembra conoscere fin troppo bene i meccanismi che sottostanno gli spostamenti di esseri umani. E specifica: Non tutti sono trafficanti di uomini, ci sono tante persone che accompagnano gli ultimi arrivati dagli amici”. Forse Farit è uno di questi: non s’arricchisce con il passaggio degli uomini, semplicemente li accompagna nei posti sicuri e si fa pagare qualcosa per il disturbo, nulla di più.

Non tutti gli arrivati hanno, nella sventura, la fortuna di Ibrahim: giungere come un fantasma in Svezia, senza che nessuno si sia accorto della tua presenza, significa non correre il rischio di essere rispedito indietro. “Invece la metà dei nuovi arrivati è stata rispedita in Italia”, racconta Farit. Ci scambiamo i contatti: Tarif e Ibrahim vogliono partire il prima possibile. Ci rivedremo a Stoccolma, è la promessa.



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