Ventiquattro ore nella vita di Radio France, da un’alba all’altra. L’ultimo grande racconto del documentarista Nicolas Philibert
di Q Code Mag
Lungo i suoi corridoi, dentro i suoi studi di registrazione, con i suoi produttori, presentatori, giornalisti e vari ospiti. Il documentario nato come omaggio ai creatori della radio, è un viaggio alla scoperta di ciò che di solito sfugge agli occhi, dietro le quinte dei misteri del mezzo stesso, dei supporti e del suono.
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Nicolas Philibert firma questo piccolo capolavoro con un documentario d’osservazione di inusuale fluidità, disvelando con occhio curioso, ma mai invadente il microcosmo della radio nazionale francese. L’immenso edificio alveare, che si popola di più di 4 mila persone ognio giorno, diventa il palcoscenico di un’aggraziata commedia del reale. Il mondo dentro il mondo. Personaggi, storie e musica trovano il loro equilibrio davanti alla telecamera di Philibert. “La mia osservazione su chi racconta il mondo solo con la voce” – spiega – “è stata la mia sfida all’ossimoro tra il visibile e l’invisibile. Io che provengo dal mondo delle immagini, ho tentato di raccontare chi vive solo nel mondo dei suoni”.
Sessanta ore di riprese, diluite in sei mesi, a cui si aggiungono altri 8 mesi di montaggio per dare vita un racconto lungo un giorno. Sugli schermi, tanti in Francia e pochi in Italia, che proiettano il film, i 103 minuti della storia volano in una sequenza di immagini, intrecciate in una sapiente dialettica tra voce, musica e silenzio.