Il 98% degli alberi presenti sul suolo haitiano è stato tagliato. Le montagne spoglie continuano nel loro processo di erosione a ogni pioggia. Ogni uragano o altra calamità che si abbatte su questa parte dell’isola Hispaniola (isola che comprende Haiti e la Repubblica Domenicana) vede moltiplicata la propria forza distruttiva devastando interi villaggi ed aumentando le già enormi difficoltà della popolazione Haitiana.
Una delle poche entrate di gran parte della popolazione è data dalla vendita lungo le strade del carbone vegetale ottenuto dalla combustione del legno in presenza di poco ossigeno. L’enorme uso di questo tipo di carbone, insieme alla ricerca di pascoli per l’allevamento, è il principale motivo di deforestazione proprio a causa del continuo approvvigionamento di legna senza alcuna regolamentazione per il suo reperimento.
Molti organismi internazionali avevano definito il degrado ambientale di Haiti a un punto di non ritorno. Ma qualcosa sta cambiando. Cominciano a essere visibili i segni di una presa di coscienza del governo e di una parte della popolazione. Sia nel nord che nel sud del paese sono numerosi i piani di intervento contro l’erosione del suolo portati avanti dal ministero dell’agricoltura e dalla popolazione rurale con l’aiuto delle ONG internazionali.
Osservando le montagne spoglie di Haiti è facile osservare le onde create dallo sfaldamento del suolo e dalla sua discesa a valle, ma ormai non è più raro poter osservare sulle stesse le file di muri di contenimento a contrasto del fenomeno. Questi muri di contenimento, inoltre, fermando l’erosione permettono anche al terreno circostante di sedimentarsi e tornare fertile, garantendo un ritorno alle colture su quelle stesse montagne dove fino a poco prima era impensabile piantare qualcosa senza che venisse trascinato via alla prima pioggia.
In un paese dove sono ancora enormi le cicatrici del terremoto del 2010, e che ha tra i suoi problemi maggiori quello della malnutrizione della sua popolazione, la presa di coscienza ambientale si pone come una speranza per un miglioramento della situazione alimentare oltre che ambientale.