Melilla. Senza parole, bastano due foto

Incredibile dichiarazione del ministro degli Interni spagnolo, Jorge Fernández Díaz, è tornato a parlare delle contestatissime lamette reintrodotte dal governo del Partido popular sulle alte reti di metallo alzate a difesa di Melilla e di Ceuta . Provocano solo ferite lievi, ha detto. 

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Un ministro del governo spagnolo, quello agli Interni, è tornato a parlare dello scandalo delle lamette, las cuchillas, che i post-franchisti hanno reintrodotto sulle reti a difesa di Ceuta e Melilla. Erano state utilizzate anche sotto il governo dei socialisti, fino a quando José Luis Rodriguez Zapatero decise di farle rimuovere.

La decisione di reintrodurle, come deterrente, è stata contestata da tutti i partiti politici, ma soprattutto da numerose ONG che lavorano sul campo, fino ad arrivare all’apertura di un procedimento giuridico da parte degli alti tribunali spagnoli, che si chiedono se strumenti del genere possano convivere con l’apparato di diritto della penisola iberica.

Il Partido popular è rimasto sostanzialmente isolato, ma le dichiarazioni del suo ministro vanno ben al di là dell’umana comprensione. “Provocan erosiones leves, superficiales” e per di più sono una misura “no agresiva”, per impedire l’entrata degli emigrati non solo in Spagna, ha tenuto a precisare, ma nell’Unione europea. Un po’ come vietare il soccorso in mare, o peggio, al largo delle coste italiane, ma con una faccia di bronzo incredibile.

Più delle parole valgono le immagini che pubblichiamo: un dettaglio delle lamette e gli effetti che provocano.

Come dicono alcuni commenti alla notizia, sui principali quotidiani spagnoli, forse il ministro avrebbe potuto applicare le lamette anche alle buste di fondi illegali che sono circolati in questi anni dentro il Partido popular. Uno scandalo che si è allargato a macchia d’olio e di cui si parla ancora poco in Italia.

Ecco le foto

 

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