Certe notti

Forse è il destino che si accanisce, ma la notte scorsa è stata testimone dello spread politico, del doppio passo che stacca Berlino da Roma.

di Nicola Sessa, da Berlino

28 novembre 2013 – A Palazzo Madama si è discussa e votata la fiducia su una legge di stabilità confluito in un maxiemendamento confuso (si è rischiato lo slittamento del voto per le copie discordanti in possesso del governo e del Senato!), che con trucchi di un mago di provincia cerca il colpo a effetto che non c’è.

Night

Contemporaneamente a Berlino, mentre a Roma si votava il maxiemendamento con il pensiero alla partita vera – alla decadenza del senatore Berlusconi – la cancelliera Angela Merkel e il leader dei socialdemocratici Sigmar Gabriel sono arrivati a un punto di accordo: Cdu e Spd ridaranno vita alla Große Koalition non appena i tesserati del Spd avranno dato il via libera con referendum interno.

Gli accordi di governo prevedono dei punti ben precisi e concreti. I più significativi riguardano:

  • la fissazione di un tetto minimo salariale a 8,50 euro/ora a partire dal 2015;
  • abbassamento dell’età pensionabile da 67 a 63 anni; pensioni più sostanziosi per le madri che hanno sospeso l’attività lavorativa per crescere i proprio figli;
  • previsione di una tassa sulle transazioni finanziarie compresi titoli azionari, titoli di stato e operazioni di valuta;
  • stretto controllo sul caro-affitto per le private abitazioni;
  • concentrazione strategica sulle energie rinnovabili che al 2030 dovranno rappresentare il 55-60% del pacchetto energetico;
  • doppia cittadinanza per gli stranieri nati in Germania.

Ci sono volute circa otto settimane dalle elezioni del 22 settembre per arrivare a un accordo di base che ha visto lo sprint finale nelle 17 ore di ieri conclusesi alle 5 di questa mattina, ma sia l’Spd che il Cdu sembrano soddisfatti dei risultati raggiunti. I socialdemocratici hanno giocato tutta la partita sulle politiche interne, lasciando ad Angela Merkel carta bianca e la benedizione a continuare le politiche europee finora perseguite. I 1470 chilometri che separano Berlino da Roma si misurano anche così: con la politica tedesca che lavora e che fa invidia; con la politica italiana disorientata e inconcludente, che fa rabbia e paura.



Lascia un commento