Iran, effetti collaterali

Dopo l’accordo sul nucleare, si attendono i cambiamenti interni al paese

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/1011723_10151970663739115_31057545_n.jpg[/author_image] [author_info]di Tiziana CiavardiniE’ antropologa culturale e giornalista. Ha trascorso gli ultimi vent’anni nel Sud Est Asiatico, Estremo e Medio Oriente. Laureata presso La Sapienza, dal 2002 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Antropologia dell’Università Cinese di Hong Kong (CUHK). È Presidente dell’Associazione Ancis Anthropology Forum, Centro Internazionale di Studi, con sede a Roma. Negli ultimi dieci anni si é interessata alle cerimonie rituali iraniane e alla cultura persiana. Ha collaborato con il centro Dialogue Among Civilizations (dialogo tra le civiltà) promosso dell’ex presidente iraniano Khathami. Ha organizzato convegni presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati di Roma con incontri dedicati al pluralismo religioso. Ha partecipato a molteplici congressi nazionali e internazionali sul dialogo interreligioso e interculturale; è autrice di articoli divulgativi volti alla conoscenza delle culture e delle religioni. [/author_info] [/author]

28 novembre 2013 – Svegliata in piena notte con il bip bip di un sms con la scritta “Yes, we have a deal!”

Una mia amica iraniana alle prime ore di domenica mattina 24 novembre ha pensato bene di informarmi su quello che stava accadendo o meglio su quello che giá era accaduto: un fatto straordinario un cambio epocale: era stato siglato l’accordo di Ginevra tra l’Iran e il gruppo dei 5+1.

L’accordo c’é

Gli Stati Uniti e l’Iran hanno firmato dopo cinque sospirati giorni di negoziati a Ginevra, e dopo mesi di colloqui segreti e riservati tra funzionari americani e iraniani un accordo descritto come un primo passo verso un accordo globale. Un accordo temporaneo di sei mesi in cui l’Iran si è impegnato a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito al 20%. Le maggiori potenze in cambio non imporranno sanzioni a Teheran per i prossimi sei mesi. L’Iran ha ottenuto quello che voleva come ha affermato il presidente iraniano Hassan Rohani “le potenze mondiali hanno riconosciuto ufficialmente il diritto nucleare dell’Iran”.

I colloqui riprenderanno il 22 gennaio a Ginevra2 per determinare un’intesa definitiva.

Dunque la  chiave di Rohani quella che é stata il simbolo della sua campagna elettorale é riuscita ad aprire anche il lucchetto di questo negoziato.

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Un passo importante che ha in qualche modo cambiato il corso della storia iraniana. Anche gli scettici, me compresa, hanno preso atto che i cambiamenti sono reali effettivi e non solo propaganda come si era pensato in un primo momento.

Cautamente diamo fiducia a questo nuovo Governo e diamo credito al nuovo Iran augurandoci che le aspettative non vengano disilluse come giá accaduto in passato. Ammesso che gli accordi presi da entrambi i paesi vengano rispettati e davvero si possa arrivare ad un accordo globale definitivo in cui le sanzioni vengano non solo alleggerite ma irrevocabilmente eliminate ci si chiede ora cosa altro sará in grado di aprire la chiave di Rohani? Chissá se il Governo ha giá giá preso in considerazione un eventuale ‘effetto collaterale di questo accordo nucleare’.

Un effetto collaterale c’é sempre!

Quello che a mio avviso potrebbe accadere una volta  risolto il problema delle sanzioni é che molti iraniani potrebbero vedere in questo accordo un mezzo per accendere ancora di piú i riflettori sull’Iran chiedere piú diritti, piú libertá e l’abolizione delle violazioni da parte dell’establishment iraniano.

La scorsa settimana Javad Zarif aveva lasciato l’Iran postando su youtube un video in cui chiedeva a tutti i paesi di fidarsi della natura pacifica del programma nucleare iraniano. Il video dal titolo: Iran’s Message: There Is a Way Forward (Il messaggio dell’Iran: c’é  una giusta via) mette in mostra un Ministro che pone questioni su cosa sia la dignità, cosa sia il rispetto. “Siamo tutti dotati di libero arbitrio, con la possibilità di determinare il nostro destino”  dice sicuro e determinato nel video; peccato che in Iran la realtá non sia proprio cosí. Il destino molte volte non viene deciso dall’individuo ma c’é qualche altro che lo indirizza o lo forza nel caso abbia idee divergenti da quelle proposte dal Regime.

Zarif a Roma

In partenza per Ginevra nella breve sosta fatta a Roma Javad Zarif ha avuto la possibilitá di incontrare presso la Farnesina il ministro Emma Bonino.

All’incontro ha fatto seguito un punto stampa nel quale la Bonino ha espresso le condoglianze per il duplice attentato avvenuto poche ore prima contro l’ambasciata della Repubblica Islamica a Beirut, costato la vita a 23 persone oltre al ferimento di altre 146 .

Presente alla conferenza e con la mano ben pronta per un eventuale domanda, la sottoscritta non era distante piú di cinque metri dal Ministro Zarif cercando di capire se credere o no alle sue parole. Con un sorriso rassicurante, abito grigio a righe, e camicia all’iraniana (rigorosamente senza collo) Zarif non ha replicato quando la Bonino in prima battuta parlando dei colloqui avvenuti qualche minuto prima ha detto di aver affrontato anche il tema dei Diritti Umani.

Ebbene sí, il nostro Ministro Emma Bonino ha detto che l’Italia ha registrato un’apertura iraniana sul fronte del dialogo per i diritti umani. Anzi ha sottolineato che Teheran sta negoziando la Risoluzione Onu contro la violenza e l’estremismo e che il Ministro Zarif  auspica che sia riportato in vita il dialogo sui diritti umani con l’Ue.

IRAQ-IRAN-DIPLOMACY

Questo auspicio é desiderio di molti visto che dall’inizio del nuovo governo Rohani il bilancio sui Diritti Umani é peggiorato tanto che le esecuzioni capitali hanno raggiunto cifre da record. Il 2013 ha infatti visto un profondo aumento delle impiccagioni. Le autorità iraniane ne hanno rese note 304, ma ce ne sarebbero state almeno altre 234 forse anche piú. Malgrado questi dati visibili sui siti delle associazioni dei Diritti Umani e non solo, lo stesso Javad Zarif in un’intervista rilasciata a Le Monde del 6 novembre scorso ha  affermato che “in Iran nessuna esecuzione viene eseguita per motivi politici ma che la maggior parte delle esecuzioni effettuate in Iran si verificano come conseguenza di condanne per traffico di droga”. É senz’altro vero che l’Iran stia attuando una forte e importante campagna contro il traffico di droga ma esistono prove che testimoniano che la pena di morte viene utilizzata anche quale strumento per soffocare il dissenso politico, in particolare tra le minoranze etniche. Zarif ha detto che la Magistratura  iraniana é ‘indipendente’ come a voler far intendere che ci siano due realtá parallele nelle quali l’una non puó interferire con l’altra. (a questo crediamo in parte.) Non ci sarebbe sorpresa nell’apprendere che le esecuzioni continuino ad aumentare dopo l’accordo iraniano; altresí sarebbe un  messaggio ben chiaro diretto alla popolazione: fuori apertura dentro chiusura.

L’effetto collaterale dell’accordo iraniano si é notato anche al rientro da Ginevra di Zarif che é stato calorosamente accolto all’aeroporto di Meharabab quale eroe nazionale.

Festeggiamenti e inni hanno accompagnato il suo back-home. Non sono peró mancati canti e slogan che hanno elogiato i leader del Movimento Verde, Mir Hossein Mousavi così come gli ex presidenti quale il moderato Mohammad Khatami e Akbar Hashemi Rafsanjani; parte della folla ha anche chiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici.

L’Iran é appena reduce da una grande vittoria ma ha giá un’altra sfida pronta da tempo per essere affrontata: quella sui diritti umani. Con lo stesso impegno e la stessa perseveranza si potrá ottenere qualche necessario e urgente cambiamento perché malgrado gli entusiasmi nella terra degli Aythollah  c’é ancora molto da cambiare.



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