I rifugiati afghani in Iran ottengono il permesso di soggiorno per un altro anno mentre Human Right Watch documenta abusi e violenze nei centri d’accoglienza
[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/1011723_10151970663739115_31057545_n.jpg[/author_image] [author_info]di Tiziana Ciavardini. E’ antropologa culturale e giornalista. Ha trascorso gli ultimi vent’anni nel Sud Est Asiatico, Estremo e Medio Oriente. Laureata presso La Sapienza, dal 2002 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Antropologia dell’Università Cinese di Hong Kong (CUHK). È Presidente dell’Associazione Ancis Anthropology Forum, Centro Internazionale di Studi, con sede a Roma. Negli ultimi dieci anni si é interessata alle cerimonie rituali iraniane e alla cultura persiana. Ha collaborato con il centro Dialogue Among Civilizations (dialogo tra le civiltà) promosso dell’ex presidente iraniano Khathami. Ha organizzato convegni presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati di Roma con incontri dedicati al pluralismo religioso. Ha partecipato a molteplici congressi nazionali e internazionali sul dialogo interreligioso e interculturale; è autrice di articoli divulgativi volti alla conoscenza delle culture e delle religioni. [/author_info] [/author]
11 dicembre 2013 – L’Iran intende estendere l’accoglienza dei profughi afghani per un altro anno. L’annuncio é arrivato dal nuovo Ambasciatore in Afghanistan Mohammad Reza Bahrami che ha presentato le sue credenziali al Presidente Afghano Hamid Karzai a Kabul. L’accordo che ancora deve essere firmato dal presidente iraniano Hassan Rohani è parte del patto tripartito tra l’Afghanistan, l’Iran e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Le sanzioni penalizzano i rifugiati
L’Iran al momento é la patria di circa 1,4 milioni di rifugiati afghani fuggiti da violenze e persecuzioni nel loro paese d’origine nel corso degli anni. I rifugiati afghani in Iran sono stati suddivisi in quattro gruppi: il primo costituito da circa 850.000 persone che vivono in Iran legalmente, il secondo composto da persone che hanno ottenuto il permesso di lavoro, il terzo comprende afgani entrati illegalmente e il quarto é costituito da coloro che hanno il passaporto registrato in Iran ma ai quali é scaduto il visto. Le sanzioni, imposte all’Iran per contrastare il programma nucleare hanno penalizzato anche le operazioni umanitarie, tanto che il crescente numero dei migranti afghani unito alle difficoltá economiche che l’Iran sta affrontando ha reso impossibile la rivendicazione dello status di rifugiato che avrebbe dato loro diritti giuridici internazionali e l’accesso agli aiuti, cure mediche e istruzione.
Il Rapporto Human Rights Watch
La situazione drammatica dei rifigiati afghani é stata recentemente al centro delle cronache per il rapporto dell’ong internazionale Human Rights Watch (HRW), pubblicato lo scorso 20 novembre. Il documento dal titolo Unwelcome Guests: Iran’s Violation of Afghan Refugee and Migrant Rights di 124 pagine documenta abusi, respingimenti e rimpatri forzati nei confronti dei migranti e denuncia come le autoritá iraniane stiano negando o ritirando il diritto di asilo politico ai rifugiati afghani. Secondo Joe Stork, vice-direttore dell’Ong per il Medio Oriente “L’Iran sta costringendo centinaia di migliaia di afghani a tornare nel proprio paese in cui il grado di pericolosità è ancora più serio rispetto a quando sono partiti”. “Il governo di Teheran ha l’obbligo di ascoltare le richieste dei migranti anziché respingerli sommariamente e rimandarli da dove sono venuti”.
Espulsione di immigrati illegali
L’Iran starebbe assumendo questo atteggiamento verso la popolazione di origine afghana da un anno a questa parte, quando, nel novembre 2012, l’esecutivo ha approvato una legge che prevede l’espulsione di 1,6 milioni di stranieri “residenti illegalmente nel paese” entro la fine del 2015. In particolare nel rapporto Human Rights Watch vengono alla luce varie violazioni delle forze di sicurezza iraniane contro i minori migranti non accompagnati – che viaggiano senza genitori o altri tutori – una porzione considerevole di lavoratori migranti afgani e deportati. Il rapporto ha inoltre documentato: abusi fisici e maltrattamenti, condizioni sanitarie “degradanti e inumane nelle quali gli afghani vivono nei centri di accoglienza” e casi di “lavori forzati e separazioni sistematiche delle famiglie”. Il rapporto si conclude con l’invito al governo a modificare la legge del 2012, azzerando le politiche di respingimento, rinnovando i permessi e accogliendo le nuove richieste di asilo da parte dei cittadini afghani. Obblighi fondamentali di tutela previsti dalla Convenzione di Ginevra del 1951 sui Rifugiati.