Animali di Timor Est

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Il blog racconterà di Timor Est, il più giovane stato asiatico, che occupa la parte orientale di un isolotto nel Pacifico, a ridosso dell’equatore, a pochi passi dall’Australia. Si parlerà dei suoi abitanti, poveri, allegri, pigri, delle loro abitudini, della loro vita, e delle loro storie. Il blog è una relazione d’amore con quest’isola incantata, tutta da scoprire, che sta lottando per crearsi una sua identità e un suo luogo dopo secoli di controllo coloniale, terminato solo una decina d’anni fa. [/note]

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/12/Il-volto-di-Fabrizio-1.jpg[/author_image] [author_info] Fabrizio Fontana. 35 anni. Ama ascoltare. Da qualche tempo vive a Dili, in Timor Leste, dove trascorre le sue giornate insegnando, studiando la lingua e la cultura dell’isola, passeggiando e oziando. È interessato alla permacultura, alla salvaguardia ambientale, alla natura, ma soprattutto a trovare un modo di vivere che sia in sintonia con il benessere dell’essere umano. Pensa che ogni situazione sia una storia da raccontare. In questo periodo scrive di Timor Leste, ma per caso, perché ora vive lì. [/author_info] [/author]

 

Gli animali a Dili sono parte integrante del paesaggio urbano. Sono tanti e spesso la mia ipocrita sensibilità occidentale si ribella al modo in cui vengono trattati. Dico ipocrita perché la differenza sta solo nel fatto che qui la crudeltà è alla luce del sole, mentre in Europa è nascosta dietro i portoni dei grandi allevamenti industriali.

I maiali si vedono spesso frugare tra il fango di disgustosi rigagnoli intasati di plastica o camminare tra i passanti. Le prime volte li temevo e li tenevo alla larga, ma ora ho imparato a rispettarli. Sono discreti, timidi e scavano instancabili tra i rifiuti alla ricerca perenne di cibo. Poi ci sono le capre, anche loro lasciate a volte libere di trovarsi da sé il cibo per la sopravvivenza, anche se è più frequente vederle legate a cancelli, cartelli stradali, arbusti. Brucano ciuffi d’erba che crescono ai bordi delle strade o tra gli anfratti delle case, anche se probabilmente stanno imparando a digerire anche la plastica.

 Maiale

 

I cani sono di solito liberi e ce ne sono a migliaia in giro per la città. Sono cani intelligenti, sopravvivono con l’uomo in una relazione di inferiorità non semplice. Sanno che se un uomo li guarda minaccioso e si china, significa che ben presto arriverà una pietra e quindi sono abili a defilarsi veloci. Temono i bambini e la loro crudeltà. Sono comunque sempre nei paraggi perché sanno che tra le mani crudeli ci sono alcune mani amiche che di tanto in tanto gettano degli avanzi, che sono la loro unica fonte di sopravvivenza. Sono rognosi, sporchi, zeppi di pulci e malattie della pelle. Le cagne hanno sempre le mammelle gonfie di latte perché proliferano in continuazione. Di solito sono innocui e pacifici anche in branco, ma a volte, soprattutto di notte, se si entra in un territorio che considerano loro, possono diventare invadenti e aggressivi, e allora c’è bisogno di ricordargli la legge della pietra o di cambiare rapidamente zona. In Timor anche i cani sono cibo e la carne viene cucinata molto speziata per coprire l’odore intenso.

 

Capra allo spiedo

 

I ratti sono invadenti e operosi come in ogni altra parte del mondo. Sono tanti, perché anche loro convivono con l’uomo alla perfezione. Si muovono tra i mucchi di sporcizia, entrano ed escono in queste case sempre aperte. Nella stanza dove vivo scorrazzano sulle vecchie travi in legno in una marcia costante, agili e silenziosi come trapezisti. La loro carne è controversa, in alcune regioni li mangiano, in altre l’idea di mangiarli viene vista con disgusto. Nessuno pare avere la fobia occidentale e i bambini sono particolarmente abili a circondare i ratti incauti non abbastanza lesti ed ucciderli all’istante.

Lo scarafaggio, animale ripugnante per eccellenza, è anche lui completamente a suo agio nella convivenza con gli esseri umani, con i nostri rifiuti, la nostra sporcizia. Sono il lato oscuro della nostra natura, proliferano nelle mille fogne a cielo aperto della città e discretamente invadono ogni spazio. Finora non ho ancora avuto notizia di persone che ne utilizzano la carne.

Un ruolo a parte, privilegiato, è riservato ai galli. Sono vezzeggiati, curati, puliti. Il combattimento tra i galli è lo sport nazionale e scatena passioni smisurate. Si vedono galli ovunque, nei posti più impensabili. Sono generalmente legati al suolo da un corto spago. Se c’è un gruppo di uomini seduti a parlare, tra loro immancabilmente ci sono vari galli. Li accarezzano, li allenano, li lavano, li mostrano con orgoglio agli amici. Guardandomi attorno sembra che ogni timorese adulto possegga il suo proprio gallo che spesso si trasforma nell’alter ego dell’uomo, la parte virile, violenta, animale appunto.

 Bambino e gallo

 

Il combattimento è cosa per stomaci forti, pura crudeltà, ma allo stesso tempo troppo radicato in una tradizione antichissima per un giudizio superficiale. Alle zampe del gallo vengono assicurati dei coltelli e la lotta termina solo con la morte di uno dei combattenti. Ai timoresi piace scommettere, e sui galli vengono investite paurose somme di denaro. In un piccolo spazio circondato da mille gambe i due galli si scannano e fuori gli umani respirano violenza ubriacandosi con l’eccitazione del sangue e delle scommesse.

 



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