Terre ribelli

Zam – Zona Autonoma Milano & Collettivo Lambretta presentano Terre Ribelli – dallo Stop Biocidio in Campania alla Milano di Expo 2015

a cura degli organizzatori

Due incontri di formazione e dibattito sulla devastazione dei territori e le lotte per la loro difesa:
Giovedì 20 Febbraio, ore 20.30, Zam – Largo don Andrea Gallo 1 (ex Via Santa Croce 19) – Milano
Dall’emergenza rifiuti alla campagna Stop Biocidio: un #fiumeinpiena a difesa del territorio! Introduce: Valentina Raimondi, Collettivo Lambretta Intervengono: Egidio Giordano, campagna Stop Biocidio; Leandro Sgueglia, Napoli Project; Domenico Finiguerra, autore di “8 mq al secondo – salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”, Ed Emi; Roberto Maggioni, giornalista di Radio Popolare e curatore di “Expopolis”, Ed Agenzia X Conclusioni: Rete Attitudine No Expo

Venerdì 21 Febbraio, ore 18.30, Lambretta – Piazza Ferravilla – Milano
La difesa del territorio e il lavoro con i comitati: esperienze, narrazioni, punti di forza, difficoltà! Milano in Movimento con le compagne e i compagni di Mezzocannone Occupato e Insurgencia (Napoli)

Inoltre, sabato 22 febbraio, all’interno della giornata nazionale delle lotte territoriali e in solidarietà con il movimento No Tav duramente attaccate dalla magistratura torinese, iniziativa promossa da diverse realtà milanesi e dalla Rete Attitudine No Expo in Darsena ora tot ecc info, approfondimenti, diretta su www.milanoinmovimento.com

FIOM, TUTE BLU IN CORTE DA PIAZZA REPUBBLICA A SAN GIOVANNI - FOTO 24

16 Novembre 2013, Napoli. Centomila persone invadono il centro della città da tutta la Campania: sotto la pioggia sfila un #fiumeinpiena che rivendica il diritto a non morire a causa dei rifiuti che hanno devastato il territorio partenopeo. Ma com’era cominciato tutto ciò? Mesi di telegiornali, a ritmo forsennato, ci parlavano di una città invasa dai rifiuti, poi periodicamente sembrava tutto magicamente risolto.

Così non era, ovviamente, e la devastazione del territorio, fatto di discariche abusive riempite dalla criminalità per poter poi intervenire nuovamente nel business della raccolta, degli inceneritori, dei termovalorizzatori è continuato sino ad oggi. L’operosità tossica e mortale del nord produttivo andava a nozze con lo sfruttamento dell’economia criminale che governa ogni lembo di terra in cui è possibile sversare, sotterrare, cementificare in Campania.

I comitati che hanno lottato contro la trasformazione del territorio campano in una discarica a cielo aperto vengono criminalizzati, attaccati nei presidi dalla polizia e con le fantasiose ricostruzioni della magistratura che incarcera e condanna. L’economia della raccolta dei rifiuti urbani si intreccia con quella dello smaltimento delle scorie delle produzioni industriali, diventa economia del trasporto su gomma, dello stoccaggio, della trasformazione, sino a proporsi, paradosso che chiude il cerchio, come solutore della bonifica e della valorizzazione del territorio. Come il ladro che si propone guardia, il problema che si spaccia per soluzione.

Quanto accaduto nella Terra dei Fuochi ha molto a che vedere con ciò che succede in Val di Susa con il Tav, a Venezia con le grandi navi, nella Milano che si avvia ad ospitare l’Expo 2015. Il territorio concepito ad uso e consumo della speculazione, la speculazione che si fa modello di trasformazione dall’alto della realtà, l’economia criminale indistinguibile da quella finanziaria perchè con essa intrecciata e in un rapporto di funzionalità reciproca, le grandi opere come modello di nuovo disciplinamento dei luoghi e dei corpi, della vita. L’esperienza campana ci dice che tutto ciò non è immodificabile, che contro la devastazione del territorio è possibile attivarsi coniugando percorsi radicati, radicali, diffusi e ampi. Se l’attivazione territoriale è l’avvio della propria ribellione, la narrazione delle esperienze diverse è l’inizio della loro valorizzazione e la contaminazione tra esse il valore aggiunto che vogliamo innescare!



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