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Eta, inizia il disarmo dei baschi, inizia anche una stagione di pace e libertà?
Instant Karma! è una delle canzoni più velocemente scritte, registrate e messe in vendita della storia. Registrata il giorno stesso in cui Lennon la scrisse, fu pubblicata solo dieci giorni dopo.
Questo pezzo, uno dei primi scritti da Lennon come solista, è straordinario, e rappresenta quanta vitalità Yoko Ono aveva portato – a dispetto delle malelingue – nei processi creativi dell’ex Beatles.
E, come molti dei suoi pezzi, è una carica di positività che tende alla pace e alla fratellanza.
Quello che tutti vorrebbero ovunque nel mondo. Anche nei Paesi Baschi.
Angelo Miotto, Eta, è unilaterale anche il disarmo
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Pink Floyd – Another brick in the wall
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Venezuela sull’orlo della guerra civile
Il Venezuela, come gran parte dell’America latina è stato letteralmente prosciugato e svuotato in tutti i sensi.
Da anni i nodi stanno arrivando al pettine. Il controllo non è più possibile. La gente si muove.
Angelo Miotto, Venezuela: una crisi rompicapo per Maduro
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Orishas – Barrio
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Un viaggio attraverso Cuba, dove il futuro è un dubbio
Come per il bacino del Mediterraneo, anche a Cuba la vita è fortemente legata al culto e alla spiritualità.
Gli orisha sono delle semi divinità, un po’ l’equivalente dei nostri santi, che vengono propiziati dai fedeli con fiori, cibo e anche danze. La tradizione è arrivata, come molte altre cose qui nei Caraibi, dall’Africa.
E tra le pieghe scure di questo pezzo, in un genere ancora una volta importato – l’hip hop -, c’è tutta quella nebbia che avvolge quest’isola bellissima.
Valeria Barbi, Cuba on the road
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George Micheal – Miss Sarajevo
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Bosnia: dopo la guerra, finalmente, si sveglia la società civile e chiede lavoro e dignità.
“A time for k iss and tell”, dice il pezzo scritto da Bono e The Edge.
Racconta l’innocenza rubata dalla guerra, che a metà anni novanta ha dilaniato la Jugoslavia.
E oggi, a trent’anni di distanza dalle Olimpiadi Invernali di cui ora restano solo macerie, la generazione a cui è stato rubato il diritto di essere piccoli e indifesi alza la voce.
Francesca Rolandi, Bosnia-Erzegovina, aspettando il domani .
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Mano Negra – Patchanka
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Libano, tra bombe e scissioni il paese continua a vivere con il suo melting pot di culture
Dicono che Beirut sia bellissima. La chiamano la Parigi del Medio Oriente.
Io non ci sono mai stato, ma ho avuto il piacere di conoscere signori libanesi che mi hanno raccontato molto di quel paese.
È venuto quindi automatico associare la multiculturalità del Libano (e tutti i suoi problemi) con il disco manifesto dei Mano Negra, ad insaputa di molti uno dei gruppi più influenti degli ultimi trent’anni.
Patchanka è una vera e propria festa di suoni e colori, l’esplosione che nasce dallo scontro di tradizioni e culture molto distanti tra loro. Se lo ascoltate tutto ci troverete il reggae, lo ska, il punk e addirittura il rai, il pop arabo. Il caos più bello che si possa immaginare.
Alessandra Fava, Libano, nuovo governo
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Amalia Rodrigues – Uma casa portuguesa
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Portogallo: si vendono anche la cultura
Le crisi, purtroppo non risparmiano niente e nessuno. Aggrappiamoci allora a una delle poche cosa che aiutano a proteggere la cultura e il passato glorioso.
Il Fado, la musica tradizionale portoghese caratterizzata da chitarra e virtuosismi vocali, è stato proclamato Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2011.
Il suo nome significa destino, e nasce probabilmente da antichi canti dei marinai che cinquecento anni fa giravano il mondo e dominavano le acque.
Il filo rosso che accomuna questa musica tradizionale è la nostalgia. Guarda un po’ il caso.
Marcello Sacco, Portogallo, cultura all’asta
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Fabrizio De Andrè – Don Raffaè
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Un giorno a san vittore:il carcere visto da dentro
Più che banale, doverosa.
Mai nessun è riuscito a descrivere così bene in una sola canzone lo stato di sospensione (e contraddizioni) dall’interno di un carcere.
N.G., Un caffè a San Vittore
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