L’Egitto dichiara “guerra” a Gaza

Il valico di Rafah chiuso, Hamas dichiarata “organizzazione terroristica”, gli attivisti diretti nella Striscia bloccati e deportati. La tensione è alta tra il Cairo il movimento islamico palestinese, e a farne le spese sono i gazawi

tratto da NenaNews

9 marzo 2014 – È una guerra contro tutta Gaza e non soltanto contro Hamas quella che l’Egitto ha cominciato due giorni fa proclamando “organizzazione terroristica” il movimento islamico palestinese. E potrebbe essere revocata la cittadinanza egiziana a migliaia di palestinesi esponenti di Hamas.

La Striscia è isolata. Ieri le autorità aeroportuali del Cairo hanno arrestato e deportato la nordirlandese e premio Nobel per la pace Mairead Maguire, giunta in Egitto per partecipare a un convoglio con decine di attivisti diretto nella Striscia di Gaza con aiuti umanitari. “Siamo stati portati in un centro di detenzione ed interrogati per otto ore, poi abbiamo saputo che non ci avrebbero permesso l’ingresso in Egitto”, ha raccontato Maguire.

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Martedì la polizia aeroportuale del Cairo aveva arrestato e deportato diversi attivisti americani diretti a Gaza, tra cui la pacifista Medea Benjamin che ha denunciato di essere stata malmenata e ferita dagli agenti egiziani prima di essere deportata in Turchia. Intanto, decine di attivisti francesi oggi hanno iniziato un sit-in all’interno dell’aeroporto del Cairo in protesta conto la decisione di impedire a 15 di loro di entrare nella Striscia attraverso il valico di Rafah, che è chiuso.

Mentre il governo del Cairo esorta i turisti a evitare viaggi nel Sinai, continua a distruggere i tunnel attraverso cui passano di contrabbando beni alimentari, farmaci, carburante e, secondo la polizia egiziana, anche armi. Sono almeno 1.300 i tunnel demoliti dal 2011. Dalla fine del trentennale regno di Hosni Mubarak che aveva chiuso un occhio sulla proliferazione di passaggi sotterranei tra Egitto e Striscia di Gaza, determinando però la nascita di un mercato illegale basato sul contrabbando su cui hanno lucrato in molti e il deterioramento della sicurezza nella penisola del Sinai. Intanto, gli abitanti di Gaza sono soffocati dal rigido embargo israeliano e seppur illegali, i tunnel sono spesso l’unica via di approvvigionamento per  i 1,7 milioni di palestinesi della Striscia sotto embargo israeliano dal 2006.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali, sembra che Le Forze armate egiziane intendano creare una sorta di zona cuscinetto a Rafah, al confine con la Striscia di Gaza. Un’area che si estenderebbe per circa un chilometro e mezzo dalla frontiera, ha spiegato al quotidiano egiziano Daily News il generale in congedo Hossam Sweilam.

La tensione è alta tra l’Egitto del dopo-Morsi e Hamas che ha perso un interlocutore dopo il golpe del 3 luglio, che ha cacciato dal potere i Fratelli musulmani, ed è sempre più isolato. È stata proprio questa vicinanza a giustificare la decisione della giustizia egiziana di dichiarare fuorilegge il movimento islamico palestinese, accusandolo di fornire sostegno ai militanti jihadisti che lanciano attacchi contro le forze di sicurezza nella penisola del Sinai. Sono state vietate tutte le attività di Hamas in Egitto e gli uffici dell’organizzazione sono stati messi sotto sequestro.
Intanto Tony Blair, ex premier britannico e inviato speciale del quartetto per il Medio Oriente, che non ha nascosto le sue simpatie per i militari al potere in Egitto, è atterrato al Cairo lunedì scorso. È la sua seconda visita dall’inizio dell’anno ed è molto probabile che il dossier Gaza sia nella sua agenda.



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