PAESAGGI SONORI

Il termine ambient, coniato dal genio di Brian Eno, definisce una musica caratterizzata da sonorità che seguono un vivo e autentico sperimentalismo sonoro, creando uno spazio interiore da cui far emergere il subconscio

di Cecilia Di Gaddo

12 marzo 2014 – La musica, nella sua totalità, ha a che fare con lo spazio. Lo spazio infatti determina il tempo e il tessuto compositivo, così come soltanto il suono dà allo spazio un tempo. Proprio dalla ricerca sulla natura di questo stretto ed intrinseco rapporto nasce ogni composizione e prende forma ogni musica. Esiste tuttavia un genere che concentra il suo interesse quasi esclusivamente sull’interazione tra suono e spazio.

Possiamo fissare la sua nascita alla fine degli anni ’70, periodo in cui Brian Eno – abbandonando il rock – inizia un percorso stilistico-concettuale che darà vita all’ambient music. La sua idea trae spunto da ciò che il compositore francese Erik Satie chiamava “Music d’aumeublement”, musica per l’arredamento, creata per fondersi e armonizzarsi con l’ambiente circostante, ideata per essere ascoltata attivamente, o facilmente ignorata.

2. Brian Eno

“Mi piace la sensazione di stare seduto in un campo di suoni. (…) Mi attrae questa idea di un suono che i tuoi sensi percepiscono appena, che diventa nebbioso, indistinto”. Nasce da queste riflessioni il vero e proprio manifesto del genere: Ambient 1: Music For Airports (1978), dove Eno nel booklet interno conia il termine “ambient music” e la descrive come un’alternativa a “muzak” o “elevator music”, musiche di sottofondo pensate per grandi magazzini e, appunto, ascensori. Eno invece cerca piuttosto sonorità che facilitino la riflessione, lo spazio per pensare.

“Nella musica mi attrae l’idea di uno spazio tridimensionale dove puoi scegliere qualunque posizione, mentre gli eventi sonori si estendono da molto lontano oltrepassando il limite dei tuoi sensi.”

Musica per viaggiare all’interno di sé stessi. Brian Eno, Robert Fripp e i primi capitoli della Fourth World Music di Jon Hassel sono i primi manifesti di un genere che ha saputo ridisegnare, nel corso degli anni Novanta, la più affascinante e visionaria mappa nella corrente evolutiva dei suoni tra tecnologia e natura. Le note create con i sintetizzatori e registrate in studio su nastri magnetici vengono manipolate, trattate e processate, esplorate fin nelle pieghe più sottili. I Field Recordings, registrati in mezzo alla natura, una volta in studio vengono allo stesso modo alterati rallentatati e alternati fino a raggiungere un mixaggio elettroacustico di grande intensità.

1. Brian Eno - Music For Airports

Vidna Obmana (che in slavo significa illusione ottica) concentra la sua ricerca proprio sulla messa a punto nell’uso di cicli lenti e ripetitivi (loops) eseguiti con il synth. La sua musica trae ispirazione dalle lunghe ore trascorse immerso nella natura ad ascoltare la silente forza del rapporto tra uomo e natura. Qual è la strada per lo spazio interiore? Ambient rituale, organica. Potente ed evocativa, una musica in cui tutti gli elementi si fondono perfettamente tra loro: influenze primitive, synth elettronici, soundscapes, percussioni tribali, didgeridoo.

Steve Roach racconta che il legame che unisce tutta la sua musica riguarda la manipolazione del tempo. Fortemente influenzato dalle musiche aborigene e dal didgeridoo, Roach ne apprezza la naturale capacità di sospendere l’esperienza del tempo portando corpo e mente in uno stato estatico normalmente nascosto nella vita di tutti i giorni (da qui il nome del suo studio immerso nel deserto dell’Arizona, Timeroom).

Robert Rich costruisce il suo primo sintetizzatore elettronico nel 1976, a 13 anni: il suo stile unico e difficilmente definibile deriva proprio dall’utilizzo di strumenti (acustici come elettronici) letteralmente fatti in casa, dall’elaborazione digitale del segnale sonoro, da complessi sitemi di feedback, combinati con accordi microtonali. Una musica fatta di sibili, suoni naturali e frequenze elettroniche, una musica pura che si ispira allo spazio e si consegna al vuoto. I suoi lavori contengono il suono della vita, il magico processo dell’organico ma anche uno sguardo verso l’alto, matematico, simmetrico. Sublime fusione di corpo e mente.

Altro capitolo rappresenta l’isolazionismo, musica che non è mezzo, messaggio o rappresentazione, ma vero e proprio luogo, inteso come coordinata spazio-temporale. Qui il suono domina su armonia, melodia e testo musicale. Tappeti di basse frequenze su cui si sovrappongono lente progressioni di suoni impastati e persi in un flusso di riverberi.

3. Robert Rich

Scrive Murray Schafer in Paesaggio Sonoro: “Nello ‘spazio della testa’ dell’ascolto in cuffia i suoni non soltanto avvolgono l’ascoltatore, ma sembrano letteralmente scaturire da punti collocati all’interno della stessa scatola cranica (…). Questo ascoltatore non è più circondato da una sfera di elementi acustici in movimento. È lui la sfera”. In un quadro di progressiva cancellazione dell’estensione del mondo, l’individuo diventa necessariamente il proprio unico terreno di sperimentazione. (Paul Virilio, L’orizzonte negativo). Poco importa cosa il musicista vuole comunicare, preme qui l’incontro dell’ascoltatore con la sua realtà interiore, per quanto spaventosa possa essere. Suoni che penetrano nella coscienza e parlano di archetipi, paragonabili a Max Ernst, come a James Ballard. Musica che assorbe la realtà, coagulandola in un altra dimensione. Paul Schutze, Chistoph Heeman, Jim O’Rourke, Lustmord, tecnosciamani che creano atmosfere estreme ipermoderne e allo stesso tempo primordiali.

Un nuovo scenario si interseca. La musica elettronica, quella delle macchine, soppianta definitivamente la musica analogica, quella delle valvole. Siamo agli inizi degli anni ’90 quando campionatori, techno, beat in 4/4 e rave diventano un fenomeno di massa. La musica ambient muta. Le visionarie sonorità organiche sono abbandonate e sostituite da frammenti sonori (samples), suggestioni a cui si aggiungono incessanti beat creati da batterie elettroniche ‘presettate’. Sulla ricerca timbrica della techno cresce e si definisce un nuovo stile, la trance-ambient. A partire dai primi ‘facili’ esperimenti di taglio e cucito targati The Orb, il genere si sviluppa mescolando sperimentazione tecnologica, samples urbani, rumori, dub e bolle d’ambiente. Tracciare una breve storia di questo genere (e di tutti i suoi sotto-generi) sarebbe un impresa ardua, ma sopratutto poco esplicativa. Meglio ascoltare.

GUIDA ALL’ASCOLTO

1972 Klaus Schulze Irrlicht

1975 Brian Eno Discreet Music

1975 Brian Eno, Robert Fripp Evening Star

1978 Brian Eno Ambient 1: Music for Airports

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1978 Brian Eno Music for Films

1980 Jon Hassel Brian Eno Possible Music

1981 Robert Fripp Let the Power Fall

1981 Jon Hassel 4th World Music Dream Theory in Malaya

1982 Brian Eno Ambient 4: On Land

1982 Robert Rich Sunyata

1982 Robert Rich Trance and Drones

1984 Lustmord Paradise Disowned

1984 Brian Eno & Harold Budd The Pearl

1987 Cristoph Heemenn Im Schatten

1988 Robert Rich Geometry

1988 Steve Roach Dreamtime Return

1989 Jim O’Rourke Remove the Need

1989 Robert Rich Rainforest

1990 Robert Rich Steve Roach Strata

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1990 Steve Roach David Hudson Australia Sound of Earth

1991 Robert Rich Gaudì

1992 The Orb U.F.Orb

1992 Aphex Twin Selected Ambient Works

1992 Lustmord Monstrous Souls

1993 Autechre Incunabula

1993 Divination Dead Slow

1993 From Here To Tranquillity vol I

1993 From Here To Tranquillity vol II

1993 Richard H. Kirk Virtual State

1993 Pete Namlook The Definitive Ambient Compilation

1993 Zoviet France What Is Not True

1994 From Within (Pete Namlook & Richie Hawtin) From Within I

1994 Aphex Twin Selected Ambient Works II

1994 Autechre Amber

1994 Biosphere Patashnik

1994 Coil The Angelic Conversation

1994 EM:T3394 T:ME Recording

1994 From here To Tranquillity vol. III

1994 Future Sound Of London Lifeforms

1994 Global Communication 76:14

1994 Locust Weathered Well

1994 Loop Guru The Third Chamber

1994 Lustmord The Place Where The Black Star Hangs

1994 Paul Schütze The Surgery Of Touch

1994 Unidentified Floating Ambience Silent Records

1994 Uzect Plaush More Beautiful Human Life

1994 Vidna Obmana The Spiritual Bonding

1995 The Ambient Cookbook FAX +49-69/450464

1995 Datacide Flower Head

1995 From Here To Tranquillity vol IV

1995 Mathias Grassow Ambience

1995 A Produce White Sands

1995 Robert Rich Lustmord Stalker

1996 HIA & Biosphere Polar Sequencies

1996 Musique pour le Plantes Vertes F-Communication

1996 Paul Schütze The Rapture Of Metals

1996 Steve Roach The Magnificent Void

1995 Tuu All Our Ancestors

1997 Biosphere Substrata

1997 EM:T1197 T:ME Recording

1997 David Hudson Rainbow Serpent

1997 Ø Tulkinta

1998 Shpongle Are You Shpongled?

1998 Boards Of Canada Music has The Right To Children

1998 The Irresistible Force It’s Tomorrow Already

1999 Jeff Greinke Lost Terrain

2000 William Ørbit Pieces In A Modern Syle (ampliato rispetto alla prima versione del 1995)

2001 Plaid Double Figure

2001 Fennezs Endless Summer

2002 Digitonal 23 Things Fall Apart

2002/2003 William Basinski Disintegration Loops I, II , III, IV

2003 Thomas Koner Zyklop (Disc 1)

2003 μ-Ziq Bilious Paths

2003 Four Tet Rounds

2004 The Young Gods Music for Artificial Clouds

2005 Colleen The Golden Morning Breaks

2007 Burial Untrue

2009 Pan American White bird release

2011 Holy Other With U ep

2013 Thomas P. Heckmann The Lost Tales Vol. III



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