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Bob Dylan – Things have changed
Anche se non sembra, è un pezzo molto recente di quello splendido scorbutico di Bob Dylan. E raccoglie tutti i foschi presagi di quel periodo, la metà degli anni ’60, nei quali tutto stava davvero cambiando. Colpo dopo colpo.
Christian Elia, La schiena di Sonny
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Chingon – El Rey
Quando si parla di Messico, le prime cose che vengono in mente sono i narcos e i gruppi mariachi.
Il punto d’incontro tra questi due flash sono i Chingon, gruppo rock tex-mex il cui nome vuol dire ‘impressionante’.
La loro musica sgocciola sangue da tutte le note, ma solo perché il chitarrista è Robert Rodriguez, regista e produttore di alcuni dei film più trash e truculenti di sempre, da Machete a Grindhouse.
Certo, dietro a el Chapo la striscia è di sangue vero e purtroppo non di succo di pomodoro. Ma visto che sono finalmente riusciti a beccarlo abbiamo lo spazio per festeggiare un po’.
Filippo Carpen, Il mito del Chapo
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Patty Smith – Land: Horses/Land of a Thousand Dances/La Mer(De)
È un mondo strano, quello in cui viviamo. Le imprese delocalizzano anche quando non ce n’è ragione, anche quando fanno utili. E molti ragazzi, nati attorno al 1975, anno di pubblicazione di Horses, restano a casa.
Patti Smith in quegli anni raccontava la rabbia sociale, e quella ripetizione continua e asfissiante della parola ‘horses’ sottolinea il grande caos nel quale molti lavoratori si trovano ancora oggi.
Decidete pure voi se quei cavalli che corrono sono i ragazzi o le aziende. Di gente in fuga sempre si tratta.
Angelo Miotto, #Privaliapeople, si torna a manifestare
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Luisa “Lu” Colombo – Maracaibo
Appena ho letto il titolo, ‘Rally & cocaina’, non sono riuscito a resistere.
Tutti a scuotere il culo, zazà
Lorenzo Bagnoli, Rally & cocaina
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Francisco Villa – Carabina 30 30
Lottare contro i mulini a vento, con tutti i difetti del mondo, non è così semplice.
Ma a volte, con un semplice fucilino sembra di avere la possibilità di cambiare tutto.
Angelo Miotto, Un anno senza Chávez
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Manu Dibango – Soul Makossa
I ragazzi del Codice sono dei burloni e stavolta mi hanno messo davvero in crisi.
Ma a me le sfide piacciono e guardate cosa ho scoperto a proposito della Guinea Equatoriale: che uno dei generi musicali più popolari in quell’angolo d’Africa è la makossa, musica urban nata in Camerun e arrivata cacchia cacchia anche da noi grazie a grandi professionisti come Manu Dibango. Più vicina e familiare di quanto potesse sembrare.
Marcello Sacco, Il Portogallo e lo strano business guineano
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Catherine Wheel – Ma Solituda
Un album che parla d’amore, una canzone che parla d’amore. È l’unico pensiero (d’amore) che mi viene, se penso alla desolazione di una generazione perduta come quella dei bambini siriani del 2014.
Tytty Cherasien, Quando lo sporco l’hai attaccato addosso
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