Compie 10 anni Megafone.net, il progetto dell’artista spagnolo Antoni Abad: disabili, immigrati irregolari, prostitute, minoranze documentano con foto e video, subito pubblicati sul web, i propri punti di vista e le difficoltà incontrate nella vita di tutti i giorni
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di Federica Onori, redattoresociale.it
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25 marzo 2014 – Un megafono virtuale per dare voce a persone vittime di discriminazioni o relegate ai margini della società. È questo l’obiettivo di megafone.net, progetto creato nel 2004 dall’artista spagnolo Antoni Abad che quest’anno celebra i 10 anni di attività con un’installazione audiovisiva e interattiva al Museo d’arte contemporanea di Barcellona. La mostra, visitabile fino al 24 giugno 2014, ripercorre l’intero percorso dell’artista, raccogliendo tutta la documentazione audio e video dei tredici progetti sviluppati dal 2004 fino ad oggi.
Disabili, immigrati irregolari, rifugiati politici, minoranze. Sono questi i protagonisti attivi di un percorso in continua evoluzione, invitati a documentare in prima persona e a rendere immediatamente accessibile in rete, attraverso la pubblicazione di foto, video e materiale audio, i loro punti di vista, le loro speranze e opinioni nonché tutti i tipi di ostacoli che possono incontrare nel corso delle loro esperienze quotidiane.
Un progetto d’avanguardia che trasforma le più moderne tecnologie di telefonia mobile in strumenti di uso sociale, fino a diventare un autentico osservatorio di esperienze e di consapevolezza sulle problematiche delle diverse realtà sociali, spesso ignorate dai media o facilmente relegate ai più comuni stereotipi.
Nel corso dei suoi primi 10 anni di attività, megafone.net ha realizzato 13 progetti. Dai tassisti di Città del Messico ai giovani gitani spagnoli, dalle lavoratrici sessuali di Madrid agli immigrati nicaraguensi del Costa Rica, dal punto di “vista” dei non vedenti fino alle persone con specifiche disabilità fisiche, Abad esplora il mondo di gruppi sociali ai margini, offrendo loro non solo la possibilità di diventare “visibili” agli occhi degli altri ma anche di imparare a usare le moderne tecnologie digitali che vengono loro consegnate per fotografare, riprendere, documentare.
L’inizio di ogni progetto prevede infatti una serie di incontri con i partecipanti, funzionali a familiarizzare con gli strumenti tecnologici, dai telefoni cellulari alle potenzialità del web, e a definire gli obiettivi e gli argomenti che si vogliono prendere in considerazione.
Uno di questi progetti, “Barcellona accessibile”, nato nel 2006 per dare voce a persone con disabilità fisica, prosegue a tutt’oggi la sua attività. L’obiettivo è quello di documentare ostacoli e barriere architettoniche, allo scopo di creare una vera e propria mappa dell’accessibilità della città, corredata di foto e indirizzi in cui queste vengono scattate, direttamente fruibile sul web. Scale, ascensori troppo stretti o fuori servizio, bagni e trasporti pubblici non attrezzati sono alcuni dei tanti esempi fotografati in varie zone della città.
“Non si tratta delle solite forme di protesta che si svolgono in piazza o di fronte agli edifici istituzionali – spiega uno dei partecipanti al progetto – ma di un altro modo per rivendicare la propria dignità”. Un monito alle istituzioni e alla società tutta per cambiare quello che i più danno per scontato, con la consapevolezza che “c’è ancora molto da fare”.