Pedalando risparmi 30 miliardi

Lo dice l’Istat e su questa base Legambiente insieme a bikeitalia.it e Rete mobilità nuova hanno realizzato Oltre la ciclabile, un report sullo stato della ciclabilità in Italia. Ne emerge che non basta una ciclabile per sostenere la mobilità in bici

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di Lorenzo Bagnoli, redattoresociale.it

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31 marzo 2014 – “Per avere più ciclisti servono più ciclabili”. Nulla di più falso, secondo quanto ha scoperto Oltre la ciclabile, una ricerca di Legambiente, Rete mobilità nuova e bikeitalia.it presentata in anteprima a Fa’ la cosa giusta!. La ricerca condotta su 104 Comuni d’Italia ha analizzato attraverso 85 indici la mobilità cittadine. «Le piste stanno alle bici come i canali alle barche: non basta aumentarli per fare in modo che si navighi di più – spiega Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente -. Serve aumentare la percezione di sicurezza e rendere più scomodo l’uso di auto e scooter».

La verità è questa: una ciclabile non fa sostenibilità. Secondo uno studio danese (Bycle account, del 2012) ogni chilometro pedalato permette un beneficio di 0.16 euro in termini di salute, inquinamento e combustibili risparmiati. Solo in Italia gli incidenti e l’inquinamento provocato dalle auto ci costa 30 miliardi di euro.

Più bici significa «una spending review a pedali che taglierebbe automobili invece che servizi», commenta Paolo Pinzuti di bikeitalia.it. Dati Istat alla mano. Se il discorso si moltiplica a livello europeo, come ha fatto nel 2013 la European cyclist federation, il risparmio ottenuto dal maggiore utilizzo di bici sarebbe di 200 miliardi di euro, pari al Pil della Danimarca.

Come ci si sposta in Italia. Il rapporto Oltre la bici ha analizzato il modo in cui ci si sposta in città. Con alcune curiose contraddizioni. Come Pordenone: la città ha il 19% di spostamenti in bici, un tasso abbastanza alto, ma il 67% dei cittadini usa l’auto e solo il 4% i mezzi pubblici. Se nei capoluoghi di piccole e medie dimensioni si pedala abbastanza bene (a Bolzano complessivamente in auto e in moto ci si sposta il 30% della popolazione, gli altri in altri modi), nelle grandi città ci sono enormi differenze. Roma e Torino hanno pochissimi ciclisti: una forbice tra l’1 e il 2%. Napoli e Palermo fanno ancora peggio. Milano raggiunge il 4% ma ha il record di trasporti con i mezzi pubblici: il 38%. Bene anche Bologna, dove gli spostamenti a piedi sono il 21%, quelli in bici il 7% e con i mezzi pubblici il 26%. A Brescia, nonostante sia in cima alla classifica per chilometri di pista ciclabile, solo il 3% usa la bici. Pisa e Reggio Emilia hanno spostamenti in bici sopra il 1e corsie protette della cittadina toscana sono un terzo di quella emiliana.

piste_ciclabili_bologna

La due classifiche: i metri equivalenti di piste ciclabili e il tasso di ciclabilità.  Reggio Emilia è la città che ha più chilometri di pista ciclabile (di ogni genere, comprese quelle miste, nei parchi e le zone con limite a 20-30 km/h): sono 38,02 metri ogni 100 abitanti. Di seguito arrivano Mantova (26,74), Lodi (26,48) e Verbania (24,41). La prima città di medie dimensioni è Brescia, con13,25, al 21esimo posto. Torino è 50esima con 4,31 metri, Milano 66esima con 2,09, Bari e Roma (77 e 78esima) hanno 1,13 e 1,08, Palermo 0,62 e Napoli 0,29 ( 88esima). Altre nove città non hanno nemmeno un metro. Il tasso di ciclabilità calcola invece con un indice da 0 a 100 la capacità delle amministrazioni comunali di favorire lo spostamento in bici. Ai primi posti ci sono Treviso e Reggio Emilia (indice sopra l’82) seguite da Venezia (77,46) e Ferrara (76,90). Bologna e Milano (a pari merito con Padova, Piacenza e Ravenna) sono le prime città di medie e grandi dimensioni, nona e decima: l’indice è al 69,63 e al 67,65. Prima delle città del sud è Bari, 21esimo, con 55,66, seguita da Roma, con un indice del 53,61.

La proposta di legge. I promotori della ricerca hanno anche deposto in Parlamento a giugno dello scorso anno una proposta di legge per cambiare la mobilità. Tra i punti della legge, c’è l’istituzione di un Fondo per la mobilità nuova che favorisca la trasformazione delle città. I soldi sarebbero ricavati, a livello regionale, dalle multe pagate dagli automobilisti.

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