In occasione del 25 aprile la sezione “Storia e memoria” di Q Code propone lo speciale “Liberati!” Per la Festa della Liberazione continuiamo a raccontare “storie nella storia”: storie di vita che incrociano, in uno o più momenti, la Storia con la S maiuscola. Parliamo anche di memoria, intesa come memoria storica, collettiva, personale, memoria costruita o decostruita, per indagare le diverse sfumature di un processo che è tutto tranne che neutro.
Piccola playlist resistente eseguita da Lucio Gaetani, Marco Dieci e Meike Clarelli. Contiene tre inediti tratti dal repertorio della Brigata partigiana “Italia”, attiva nel territorio della Repubblica di Montefiorino
di Giulia Bondi
25 aprile 2014 – Una poesia-canzone di Italo Calvino, nata per spiegare la Resistenza a chi allora non c’era.
L’inno di un battaglione partigiano combattente nella zona libera di Montefiorino, sull’Appennino tosco-emiliano.
I versi commossi dedicati a un amico morto in battaglia, e quelli scherzosi, perfino volgari, cantati per esorcizzare la guerra e la paura, sul motivetto della canzone spagnola “Cielito lindo”.
Infine, un omaggio a Nuto Revelli e una piccola rivisitazione di “Bella ciao”, canzone delle mondine, poi diventata il simbolo della Resistenza italiana.
In occasione del 25 aprile, Q Code propone una piccola playlist che comprende tre brani inediti, eseguiti dal vivo da Luciano Gaetani, tra i fondatori dei Modena City Ramblers, e cantati da Marco Dieci, storico collaboratore di Pierangelo Bertoli.
I due musicisti sono tra i protagonisti, insieme allo storico Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto per la storia del movimento di Liberazione in Italia, della lezione-spettacolo “Questo è il fiore del partigiano… La memoria della Resistenza nella musica italiana”, che propone canzoni tradizionali della Resistenza come Fischia il vento, Bella ciao, o sociali come O Gorizia tu sei maledetta, Contessa, Per i morti di Reggio Emilia, più altre canzoni scritte ed interpretate, negli anni successivi alla guerra, da cantanti e gruppi come Ivan Della Mea, Stormy six, Consorzio Suonatori Indipendenti, Gang, Massimo Bubola, Yo Yo Mundi e altri.
Apriamo la “piccola playlist resistente” con “Oltre il ponte”, scritta da Italo Calvino e musicata nel 1959 da Cantacronache, gruppo torinese fondato due anni prima. Una poesia canzone nata per spiegare la Resistenza “a te, cara, che allora non c’eri”. Luciano Gaetani al bouzouki, voce di Marco Dieci.
Claudio Silingardi ha dedicato numerose ricerche al rapporto tra musica e Resistenza. “La Brigata Italia, attiva sull’Appennino modenese-reggiano, aveva in repertorio una decina di canzoni, cantate dai partigiani in montagna e mai eseguite in pubblico – spiega. – Si tratta, come normalmente avveniva, di testi riscritti dai partigiani sull’aria di canzoni popolari, a volte anche fasciste, dell’epoca”.
E proprio sulla stessa aria di una canzone delle Brigate Nere, con parole naturalmente modificate, è scritto l’inno della Brigata Italia.
È dedicata a Gianfranco Busani, giovane partigiano che rimane ucciso in combattimento l’8 gennaio 1945, “Combattono a Morsiano”. Gianfranco cade insieme ad altri tre in uno scontro contro reparti speciali tedeschi attrezzati da sciatori. Siamo a Novellano, nelle montagne della provincia di Reggio Emilia, ai confini di quella che per alcuni mesi è stata la Repubblica di Montefiorino, e che ora i nazisti stanno cercando con ogni mezzo di riprendersi. La canzone è scritta da un compagno di brigata, Gabriele Amorth, nome di battaglia “Alberto”, sull’aria di un canto alpino della Grande guerra, “Combattono a Cortina”.
I ragazzi con le armi, nascosti sulle montagne, hanno pur sempre vent’anni. Sono nate grandi amicizie e la voglia di scherzare rimane, nonostante tutto. Ne è un esempio “Attento che passa”, scritta sull’aria di “Cielito Lindo” dal partigiano Viero Bertolani.
Ci avviamo verso la conclusione con “Pane giustizia e libertà”, scritta da Massimo Priviero nel 2006 e dedicata alla storia di Nuto Revelli, ufficiale degli Alpini nella campagna di Russia, poi combattente nella Resistenza, storico e scrittore. La eseguono sempre Marco Dieci e Luciano Gaetani, dal vivo (introduzione di Claudio Silingardi).
Non poteva mancare la canzone che è diventata, negli anni, il simbolo della Resistenza italiana: “Bella ciao”. Da notare che il brano, originariamente un canto delle mondine, divenne famoso come inno partigiano soltanto al termine della guerra.
Oggi è così noto che possiamo permetterci di proporlo, come divertissement finale, nella parafrasi improvvisata dalla cantante e musicista Meike Clarelli, una notte di qualche anno fa a Modena, durante le pulizie di Spaziolelune, gestito dall’associazione culturale Amigdala.
Bella ciao, BelLacan from gnomade on Vimeo.
Buon ascolto e buona liberazione a tutti!
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