In Centrafrica la guerra continua nel più assoluto silenzio mediatico e, per le strade, capita anche di incontrare giovani mercanti di morte
di Raffaele Masto, Buongiorno Africa
28 marzo 2014 – In Centrafrica non ci sono inviati. In compenso c’è la guerra, una guerra di cui non si parla, che avrebbe dovuto finire grazie alla missione militare decisa dalle Nazioni Unite e alla nomina di un nuovo presidente e di un governo provvisorio. E soprattutto grazie al disarmo (ipotizzato? Richiesto?) della coalizione Balaka che invece non si rassegna alla sconfitta. Così la guerra in Centrafrica ha ancora una motivazione non credibile: quella di una guerra religiosa tra cristiani e musulmani. Questi ultimi una minoranza che, tra l’altro, è sempre vissuta in accordo con i cristiani. Da questo paese dal quale non arrivano notizie vi propongo questa testimonianza:
Una grande lingua d’asfalto in un enorme bocca affamata, questo è l’aeroporto di Bangui. L’aereo che sembra farsi largo fra la gente, una folla di disperati che non hanno più niente e guardano questo gigante con aria smarrita. Militari francesi e della MISCA armati fino ai denti li tengono a pochi metri dalla pista mentre un picchetto d’onore aspetta non so quale autorità in imminente partenza. Siamo atterrati nel mezzo di un campo profughi! L’atmosfera è surreale,il cielo è carico di nuvole con sprazzi di sereno, il sole che filtra rende l’aria pesante e l’umidità è insopportabile. Fuori dall’aeroporto continuano le tende e le baracche di fortuna, e mentre carico i bagagli sulla Land Cruiser un ragazzino mi propone di comprare…una bomba a mano!!!! Me la mostra e mi assicura che funziona…il prezzo? 250 franchi CFA, meno di 50 centesimi!
Evidentemente il disarmo procede a rilento e queste persone sono davvero disperate. Armi pesanti e leggere compaiono qua e la da dietro le barricate ed il filo spinato dei militari…tutto sommato c’è una sorta di calma apparente, negli occhi dei pochi che ci sono in giro ci vedo dentro il nulla, quel vuoto di chi ha visto troppo e non si sorprende più di niente.
Questo è il km 5 oggi, uno dei quartieri più in subbuglio, dove i segni della guerra sono evidenti e che spesso è deserto, due anni fa era pieno di gente, traffico e bancarelle di ogni tipo, ora sfrecciano i blindati e gli altri mezzi militari zigzagando tra le buche provocate dagli scontri. Automobili e case bruciate abbandonati li, tutto è ancora troppo fresco per aver la forza di ricominciare.
La notte è trascorsa tranquilla anche se in lontananza qualche sparo l’ho sentito…chissà forse è solo la mia immaginazione, forse l’effetto del Lariam!
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