Barriere e sconfinamenti: la biblioteca e l’università migrante di Transglobal e Dhuumcatu a Roma
di Stefano Rota
2 maggio 2014 – La biblioteca e università migrante che Transglobal e Dhuumcatu stanno proponendo all’interno dell’area recuperata tra via Ettore Fieramosca e via Casal Bertone a Roma, da parte di Dhuumcatu, si inserisce in una rete di attività che da anni si articola in molte città italiane ed europee. Per tutte, l’obiettivo è quello di oltrepassare le barriere che si frappongono tra le istituzioni formative e la necessità da parte di quote consistenti di cittadini di acquisire saperi utili al vivere la propria cittadinanza in modo completo, dinamico e attivo. La rete Scuolemigranti del Lazio ne costituisce senza dubbio l’esempio più importante e diffuso, ma non l’unico.
Il punto di partenza di questa iniziativa è la critica al concetto di integrazione, così come è solitamente proposto, in sostituzione del quale viene definito un altro livello di azione, di interazione, che vede i cittadini non di origine italiani come attori di modelli di cittadinanza, propositori di iniziative che tendono a ribadire la propria centralità, in una realtà sociale e culturale dove il “centro” è ovunque.
Quello che si mette in discussione della retorica corrente sull’integrazione e sulle pratiche che a essa conducono è, come viene ben descritto da S. Mezzadra, N. De Genova, J. Pickles e B. Nielson in due recenti lavori (S. Mezzadra e B. Nielson, Border as a Method, Duke Univ. Press, 2013 e N. De Genova, S. Mezzadra, J. Pickles, New Keywords: Migration and Borders, Cultural Studies, 2014), la relazione tra integrazione, barriere e logiche di inclusione ed esclusione.
Ciò con cui si intende fare i conti con questa iniziativa è un esempio del moltiplicarsi di barriere oltre e all’interno dei confini geopolitici degli stati, che crea un proliferare di azioni tendenti continuamente a definire nuove strategie di inclusione ed esclusione, che rendono vago il concetto di “integrazione”, così come viene comunemente usato.
Queste barriere tendono a creare forme di inclusione ed esclusione differenziale, definiscono in quali aree e a favore di chi l’integrazione avvenga e/o sia auspicata: il lavoro, in parte, sì, ma il welfare no, la formazione scolastica dei bambini, in parte, sì, ma la cittadinanza no.
Un altro ambito in cui l’esclusione differenziale “lavora” molto bene è quello dell’appropriazione di saperi e conoscenze che possano diventare patrimonio di un cultura “meticcia”, così come meticcie sono le nostre metropoli postcoloniali, al cui interno si riproducono le divisioni e articolazioni coloniali, fondate proprio sul “metodo delle frontiere”.
L’obiettivo della proposta è la creazione di uno spazio, in cui la cultura in senso lato entra a far parte della vita di tutti quei cittadini che, per varie ragioni, sono esclusi dai circuiti formali della produzione del sapere; in cui l’acquisizione di conoscenze teoriche si fonda con le esperienze e competenze di coloro che vi partecipano.
E’ con questa logica che si organizzeranno cicli seminariali sui temi specificamente inerenti la valorizzazione e l’estensione delle pratiche di cittadinanza, così come su agricoltura biologica, zootecnia, espressioni artistico-musicali, storia e sociologia delle migrazioni, storia e sociologia delle religioni e quant’altro verrà individuato nel corso delle attività come oggetto di interesse.
La biblioteca che si sta allestendo è strettamente connessa a queste attività, ma non solo (vi si troveranno libri di ogni genere), garantendo ai partecipanti che lo vorranno la possibilità di approfondire i temi trattati.
Invitiamo tutti coloro che fossero interessati a questa iniziativa a entrare in contatto con Transglobal e/o con Dhuumcatu. Stiamo cercando docenti, ricercatori, esperti per la gestione dei cicli seminariali, ma anche libri per la creazione della biblioteca. Sono molto benvenuti anche libri per bambini e ragazzi
Contatti:
Transglobal:
associazione.transglobal@gmail.com
fb: Associazione Transglobal
twitter: apstransglobal
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Bachcu Dhuumcatu:
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