Ragazzo disabile ucciso della madre depressa: dove stanno le responsabilità?
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di Max Cignarelli
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3 maggio 2014 – Si sono trovati davanti a una scena raccapricciante gli agenti del commissariato di Afragola, in provincia di Napoli, quando, avvertiti dai vicini di casa, ieri intorno all’ora di pranzo hanno trovato il corpo senza vita di Mirco Gatti, un ragazzo disabile di 23 anni. Il ragazzo è stato sgozzato dalla madre con un grosso coltello da cucina che gli ha reciso la vena giugulare riportando ferite anche in altre parti del corpo. La stessa arma che la donna, ricoverata ora in condizioni critiche all’ospedale San Giovanni di Dio nel vicino comune di Frattamaggiore, ha puntato poi contro se stessa procurandosi gravi ferite all’addome e al collo. Ma la donna avrebbe colpito il ragazzo anche alla testa servendosi di un martello. Pare che sia passato del tempo tra il momento dell’omicidio del ragazzo e quello del tentato suicidio della madre, una donna di 59 anni che soffriva ormai da tempo di depressione.
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Agli occhi di molti, ed è una reazione che viene automatica, questa donna è depressa per causa indiretta e incolpevole del figlio disabile. Scommento che molti la penseranno cosi.
Non è mia abitudine nascondermi dietro un dito, lasciarmi andare alla retorica e negare la realtà, quindi non comincerò di certo oggi. Sicuramente per una mamma con un figlio disabile la vita è piu difficile e pesante. Questo è un dato di fatto indiscutibile.
Puo darsi però che il figlio disabile fosse solo una componente della depressione di questa mamma, tanto è che ci sono anche genitori che ammazzano figli normali, senza handicap alcuno. Il figlio disabile è certamente una causa, logicamente incolpevole e involontaria, ma forse non l’unica, questo è il mio pensiero.
Ciò che è certo è che anche la politica e la società attuale hanno le loro colpe non dimostrando solidarietà e vicinanza ai più deboli, sebbene, a volte, va detto anche questo, nessuno è colpevole dei nostri crolli, nè noi, nè la società. A volte, dobbiamo solo curarci per uscirne.
Un fatto è che quando la politica e i singoli cittadini sono più attenti a chi sta peggio, non sbagliano mai.
Senza giudicare nessuno, neanche una donna che uccide il figlio disabile, d’altronde soffre di depressione, fatemi dire che Mirco è stato doppiamente sfigato. Disabile e ucciso.
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