Festa della fioritura

La primavera, in Corea del Sud, è un’occasione di socialità e relax, anche se di massa

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/09/Berra-Portr-bw.jpg[/author_image] [author_info]testo e foto di Matteo Berra, da Daegu, Corea del Sud. Nato a Milano nel 1977, e’ docente di scultura a Daegu, in Corea del Sud, dove vive dal 2011. Ha esposto in Italia e all’estero in mostre personali e collettive. Il suo sito: www.matteoberra.com[/author_info] [/author]

6 maggio 2014 – Innanzi tutto mi scuso della lunga assenza, causata dall’intensificarsi degli impegni tardo invernali e pre primaverili. Nel mentre appunto la primavera é giunta, con le sue fioriture, che qui possono diventare occasioni sociali, quanto l’ingiallimento del ginkgo in autunno.

La più famosa é sicuramente la fioritura del ciliegio, ma non grazie alla Corea, ma al Giappone, di cui il ciliegio é il fiore nazionale, il Sakura. Quindi in Giappone tutti si ritrovano per l’Hanami, cioè la contemplazione della fioritura. In pratica vanno a fare un pic-nic sotto gli alberi in fiore. Tale pratica ha diffuso un’immagine estremamente romanzata della cultura giapponese.

Che delizia una cultura che ha tra le festività più importanti la contemplazione di un fiore. La realtà é più prosaica che poetica. Molte delle pratiche sociali da queste parti, si traducono spesso in occasioni formali, da svolgersi per il valore esteriore, piuttosto che per la contemplazione meditativa dello splendore della natura.

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Vedremo quindi che partecipare ad un Hanami in Giappone può trasformarsi in un impegno piuttosto sgradevole, almeno dal mio punto di vista. Trovare un posto innanzi tutto é una vera impresa, le zone migliori, con la maggiore concentrazione di piante e quindi di fiori, sono prese d’assalto sino a ricoprire ogni centimetro di erba con stuoini, contenitori di cibo, termos e frigo da campeggio, in una distesa umana uniforme e ben poco poetica.

I nuovi assunti delle aziende avranno l’onore, o meglio l’onere di accamparsi sin dalla notte precedente, per picchettare una fetta di parco, dove sarà possibile il giorno dopo al loro capo arrivare ed ubriacarsi comodamente, venendo servito e riverito. Quindi se aspirate ad una esperienza di stretto contatto umano, se pensate che le spiagge di Riccione ad agosto siano desolate e solitarie, fatevi avanti e godetevi la ressa.

Fortunatamente in Corea vi é un diffuso piacere nel godere della visione delle fioriture, ma con meno frenesia e formalità da espletare. Inoltre il ciliegio non é il fiore nazionale, quindi il rapporto con esso è un po’ più rilassato. Ci siamo potuti quindi concedere, in compagnia di una amica giapponese e pochi altri, un bel Hanami rilassato. Ci siamo recati in una zona della città dove sappiamo esserci parecchi ciliegi e abbiamo cercato un prato su cui poter imbastire il nostro simpatico banchetto di cibi preparati a casa e bicchieri di carta contenenti birra e bibite.

Tra l’altro abbiamo trovato il nostro bel pratino accanto al parcheggio di un drive-in. Ed a rendere la scena ancor più surreale a metà pomeriggio si sono assembrati nel parcheggio un’ambulanza e dei mezzi dei vigili del fuoco, é atterrato un elicottero del pronto soccorso ed ha caricato una vecchina che aveva avuto un malore.

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Devo dare credito ai coreani di dimostrare un’attenzione preziosa nella gestione del verde, pubblico o privato. Le piante vengono distribuite in modo non solo da favorire questi eventi stagionali, avendo quindi grandi aree dedicate ai ciliegi o ai ginkgo, ma a complemento vengono pensate bordure scelte affinché più o meno in ogni momento ci sia una coreografica fioritura di massa.

In queste settimane per esempio siamo deliziati da distese di azalee in almeno tre toni di fucsia. Anche se forse i miei preferiti sono i cavoli viola, che donano un gradevole tono di colore alle aiuole anche in inverno. Sarà certamente un dettaglio, ma perché privarsi di questi piaceri, in grado di migliorare la nostra giornata, quanto un buon caffè o un gesto cortese.

A chiusura di questo intervento melenso, non posso purtroppo non aggiungere una nota dolorosa, essendo occorso poche settimane fa il disastro del traghetto nel cui naufragio hanno perso la vita circa trecento persone, quasi tutti studenti delle scuole superiori. Gli studenti si dirigevano in gita nella meta regina del turismo coreano, l’isola di Jeju. Viene definita, esagerando, le Hawaii coreane. In realtà si tratta di un posto abbastanza bello, ma dubito che le Hawaii si farebbero chiamare la Jeju del Pacifico. Ma per avere un’idea della sua popolarità basta pensare che la tratta aerea Seoul-Jeju é la più trafficata al mondo.

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L’evento ha avuto un impatto fortissimo in Corea. Tutti i festival, amatissimi dai coreani, previsti in queste settimane, sono stati cancellati e le festività non cancellabili, quali il compleanno di Buddha, si sono svolte in sordina. Non riesco ad immaginare le conseguenze che questo evento avrà. Il grande disastro precedente, avvenuto a Daegu nel 2003, fu un incendio doloso nel metro nel quale persero la vita duecento persone.della scuola di appartenenza dei ragazzi deceduti.

Dopo di esso le misure di sicurezza del metro sono state potenziate incredibilmente e si pensi che da allora in città in questo periodo si svolge la fiera internazionale della sicurezza e del primo soccorso. Quindi immagino che il disastro del traghetto non mancherà di avere delle conseguenze molto profonde. Ad ora purtroppo si registra il suicidio del vice preside della scuola di appartenenza dei ragazzi deceduti.

 

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