Un webdoc per raccontare il Congo, le sue mille sfaccettature, le ricchezze immense di un Paese in cui un quarto della popolazione vive sotto la soglia di povertà
di Lorenzo Bagnoli
16 maggio 2014 – Congotales di Giampaolo Musumeci e Katia Marinelli (della squadra di Q Code) è una dichiarazione d’amore. È la resa di un giornalista di fronte al mal d’Africa. È la presa di coscienza di quanto siano irrimediabilmente infiniti i suoi scorci, intensi i suoi colori, inafferrabili i suoi volti. L’ammissione che il Congo è un ossimoro, tanto che vale solo la pena raccontarlo dal micro. E lasciare che il macro affiori sullo sfondo.
Il Congo è un Paese ricchissimo dove un quarto della popolazione sta al di sotto della soglia di povertà: questo basta a renderne l’assurda complessità. È il Paese dove le potenze dell’Africa centrale hanno dato fuoco alle polveri, dalla fine della guerra in Rwanda.
Giampaolo Musumeci ha riempito il suo passaporto dei timbri dei Paesi dell’area dei Grandi laghi per capirlo.
E nel suo webdocumentario appena pubblicato incrocia storie minime che tratteggiano il quadro di un Paese intero. La forma scelta è uno storytelling sperimentale per i grandi Paesi africani. Le storie scelte sono esemplari nella loro unicità: la coppia di soldati del Fardc (le Forze armate della Repubblica democratica del Congo, il contingente che ha preso il potere), Gérome e Masika; i minatori del villaggio di Rubaya, incastonati tra le colline terrose del Kivu.
La Repubblica democratica del Congo è stata al centro delle guerre regionali d’Africa. La regione dei Grandi laghi è terra di conquista per gruppi armati e multinazionali assetate di coltan e magnese. Da quando esiste la colonizzazione. E il Kivu, uno dei territori protagonisti delle storie di Congotales, è la regione più martoriata. Nel Nord ci sono 5 campi profughi da 100 mila persone ciascuno. Bene, questa storia, la grande Storia delle guerre fratricide tra Congo e Rwanda, delle bande armate che scorrazzano attraverso i Paesi, dell’incomprensibile galassia di gruppi armati che continua a terrorizzare i villaggi, resta sullo sfondo.
Perché Congotales è prima di tutta una storia di individui, di uomini, che si raccontano con i loro volti e le loro voci.
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