La rubrica Lessico, questa settimana, è dedicata alla parola Minatore. Viaggio multimediale nelle viscere della terra
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a cura di Christian Elia
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20 maggio 2014 – Soma è una città turca, capoluogo del distretto omonimo, 100mila persone piantate nella Turchia occidentale, a due passi dal mare. Una città nata e cresciuta attorno alle sue miniere. Che, come tutte le miniere, danno da vivere e morire. Da sempre, ovunque. Perché è un mestiere romantico, ma solo per chi lo racconta, non per chi lo pratica.
Soprattutto quando i padroni delle miniere, per ridurre i costi, costringono i minatori a condizioni di lavoro dure, insicure. Il 13 maggio scorso, la miniera di carbone di Soma è crollata addosso a 301 minatori, prendendosi le loro vite. Il governo turco ha ignorato la richiesta dell’opposizione – presentata in Parlamento pochi giorni prima della tragedia – di una commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e di sicurezza della miniera.
Il premier Erdogan è stato duramente contestato, al suo arrivo a Soma, da manifestanti furiosi che sono stati malmenati dalla sicurezza del primo ministro, mentre le dimostrazioni di solidarietà con i minatori in tutto il Paese sono state duramente represse dalla polizia. Almeno tredici persone sono indagate per la tragedia, ma sembra che la storia ciclicamente si abbatta a colpi di dramma su uno dei mestieri più antichi, uno di quelli che la modernità ha lasciato ancora come cento anni fa.
Una video intervista sulla memoria delle miniere sarde, La vita che dovevo conoscere, un documentario – Dal profondo – sullo stesso luogo, un multimedia sulla protesta dei minatori spagnoli delle Asturie, Remine – Asturie 2012, una graphic novel sulla tragedia dei minatori di Marcinelle 1956, un documentario di Vittorio De Seta sulle solfatare in Sicilia, Sulfarara, un libro di Alessandro Portelli, America profonda, memoria orale dei monti Appalachi negli Usa.
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