In un video del Telegraph la testimonianza di uomini eritrei, gambiani e nigeriani che affermano di essere stati respinti nel Mediterraneo
di Redazione
24 maggio 2014. Centro di detenzione libico di Gherian: 20 capannoni di metallo dove vivono fino a 3mila detenuti, 80 chilometri a sud di Tripoli. Rifugiati eritrei, gambiani e nigeriani, intervistati dal Telegraph, raccontano di essere stati intercettati dalle autorità italiane o libiche durante la traversata del Mediterraneo.
Un nigeriano riferisce di essere fuggito dal paese dopo la morte del compagno e di essere detenuto dal 9 aprile, dopo essere stato soccorso in mare da un’imbarcazione della guardia costiera italiana.
A segnalare la notizia in italiano è Fulvio Vassallo Paleologo, che nel suo blog Diritti e frontiere ne evidenzia la gravità: “Nuove testimonianze di migranti trattenuti nei centri di detenzione in Libia – scrive Vassallo -confermano la ripresa della collaborazione tra le autorità libiche e quelle italiane e il respingimento cogestito dai due paesi, con il blocco di centinaia di persone dirette in Italia, persone che sono state poi rinchiuse in lager nei quali vengono quotidianamente picchiati e abusati”.