Le Week-End

Di Roger Michell, con Jim Broadbent, Lindsay Duncan e Jeff Goldblum

Nelle sale dal 12 giugno

 

di Irene Merli

 

12 giugno 2014 – Dal regista di Notting Hill, un piccolo, prezioso e amaro film d’autore. Dotato però di un notevole humour, di stampo squisitamente britannico, e con protagonisti strepitosi.
Una coppia di ultracinquentenni, lui professore universitario e lei insegna al liceo, torna a Parigi per un week end, con l’idea di festeggiare il trentesimo anniversario di matrimonio nella romantica città dove avevano vissuto la loro luna di miele. L’unico figlio ormai è grande e fuori casa.
Fin qui, sembra un plot senza niente di eccezionale. Ma è lo sguardo del regista a renderlo diverso. Anche solo per come affronta i tipici cliché della Ville Lumiere, che conosce chiunque pur senza aver mai visto Parigi.

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Raffinati bistrot, la Tour Eiffel al tramonto, le luci e il movimento delle notti al Quartier Latin, sono sempre fotografati con un senso seducente della luce e del colore, in contrasto con la ruvida verità’ umana di Nick e Meg, una coppia ancora unita ma ispidamente sincera.

I due trascorrono gran parte del soggiorno sulle rive della Senna a battibeccare, rinfacciandosi colpe del passato e del presente. Le loro schermaglie, però, sono mitigate da un umorismo schietto e contagioso, che spesso è simultaneo al senso di frustrazione. ben poche coppie, ahimé, riescono ad avere una simile comunicatività nella vita reale.
Fin dall’inizio, il personaggio più vitale, irrequieto e pronto al cambiamento è Meg. Un esempio? I due avevano scelto lo stesso hotel del viaggio di nozze. Peccato che il delizioso albergo dei loro ricordi sia decisamente cambiato, in modo addirittura intollerabile per la professoressa, che riesce a trascinare via il riluttante marito e a convincerlo a trasferirsi nella suite di un hotel di gran lusso. Alla fine non riusciranno neanche a pagarle… Tra mille imbarazzi tipicamente british.
L’incontro con un amico americano di Nick, trapiantato a Parigi, introduce nel film un modello di vita diverso da quello scelto quasi inconsapevolmente dai due protagonisti.

Morgan, vecchio compagno di studi del docente universitario, è infatti diventato un scrittore di successo, al secondo matrimonio con una donna molto più giovane dopo una tumultuosa vita sentimentale, un personaggio che al primo sguardo può sembrare superficiale ed inconsistente.

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Ma qui entrano in campo sia la bravura di Jeff Goldblum sia la grande maestria della sceneggiatura (firmata dallo scrittore Hanif Kureishi), che rende estremamente sfaccettati e ricchi di contraddizioni tutti e tre i protagonisti. Non solo. Si raccomanda una grande attenzione ai curatissimi dialoghi: anche semplici dettagli possono farci entrare profondamente nel vissuto e nell’umanità di Meg, Nick e Morgan, rivelandoci lati inaspettati.
L’abilità del duo regista- sceneggiatore consiste proprio nel tratteggiare con inconsueta ricchezza i personaggi che animano questo indimenticabile week end. «Non volevamo che fossero solo due persone a Parigi che il tempo a litigare», ha dichiarato Michell «volevamo parlare delle alchimie del matrimonio» . Impresa titanica, del genere il privato è politico.
Si esce con la sensazione di aver incontrato persone vere, autentiche nelle loro difficoltà che prima o poi, presto o tardi, capiteranno a tutti noi. E si resta con la curiosità di sapere cosa capiterà al ritorno a casa della coppia, che ci lascia sullo schermo con un finale mutuato da uno dei film più’ celebri e amati di J. L. Godard.

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