Un documentario di Marco Landini e Gianluca Marcon sulla gara per l’orto più bello, organizzata da un centro sociale per anziani di Bologna
15 giugno 2014 – Una gara per l’orto più bello? Esiste ed è stata fatta a Bologna al centro sociale per anziani “Casa del Gufo”, dove è andato in scena il primo trofeo “Ortobello”. Una sfida singolare, raccontata nel documentario Ortobello, realizzato da Marco Landini e Gianluca Marcon e prodotto dall’Associazione Culturale Fufilm.
La tenzone diventa una scusa per raccontare gli orti urbani comunali: c’è Peppino cha ha 84 anni ed è vedovo da più di venti anni e va nell’orto perché non saprebbe dove altro andare per passare il tempo, c’è Guido camionista in pensione di 92 anni che va nell’orto per fumare le sigarette di nascosto dalla moglie, Luciano, il favorito per la vittoria finale perché il suo orto ha un’organizzazione perfetta.
Coltivare un orto in città, al giorno d’oggi, sta diventando sempre più un “atto rivoluzionario”, è un modo per cambiare certe abitudini e interrompere il ciclo del “lavora, spendi, consuma” e si moltiplicano le esperienze civiche che vanno in tal senso.
C’è chi coltiva l’orto per non stare tutto il giorno al bar e chi coltiva per dimenticare un figlio scomparso troppo presto, perché come dice qualcun altro “all’orto bisogna dargli da mangiare come mangi tu”.
Ma dietro i motivi di questa passione ci sono storie di assuefazione alla fatica, echi della seconda guerra mondiale, del lavoro sulle strade, negli altoforni. “Nella guerra si era tutti partigiani: sia chi restava qui a coltivare la campagna, sia chi andava sui monti armato”. Sono le parole (in dialetto strettissimo!) degli anziani orticoltori la vera forza di “Ortobello”, che rendono questo documentario diverso dai tanti sul tema che in questi ultimi anni si sono visti.
La spontaneità e la simpatia dei protagonisti fa scattare spesso e volentieri la risata sincera della platea, fino alla splendida barzelletta finale sulla Nutella e le tende…
Ah, per chi fosse interessato ci sono anche i risultati della gara di bellezza, ma i primi a non curarsene troppo sono proprio i partecipanti. Non c’è niente di meglio per loro di un bel pranzo in compagnia in mezzo al verde della campagna, mangiando le verdure da loro stessi coltivate.
LA SCHEDA DEL DOCUMENTARIO SUL PORTALE
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