Suona Milano!

Mancano quindici minuti mentre scriviamo e poi la prima edizione di Make Music Milan sarà cosa compiuta. I ritmi del Dj set all’Arco della Pace rimbombano nel petto, i suoni di bottiglie di vetro sul selciato, il vocìo spezzato da risate e da chi dà una voce ai propri amici, mentre cento metro più in là, dentro Parco Sempione una band suona sotto un lampione, dieci persone sedute sulle panchine al fresco che li ascoltano chiacchierando.

di Angelo Miotto

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Ma torniamo indietro in un racconto che è per forza di cose soggettivo, perché i percorsi di Make Music Milan erano tanti e ognuno ha scelto o vi è incappato, così per caso, mentre passeggiava per le vie della città.

Pianoforti a coda lungo un affollato Corso Vittorio Emanuele, cori, piccole formazioni, band, tutto disseminato lungo le vie del centro e delle altre zone di Milano, in un viaggio incessante in bicicletta in un pomeriggio soleggiato, ma fresco. La normalità, innanzi tutto, la splendida normalità con cui si è svolto questo evento dal carattere e dalla struttura eccezionale è stata la prima caratteristica. Qualche esempio non guasta: Piazza del Carmine, una bellissima chiesa e un matrimonio e gli Unsense che aspettano montando mixer, casse e strumenti, che la sposa esca e sfili lungo la piazza prima di attaccare a suonare.

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Parco di Porta Venezia. Al Bar Bianco stanno per attaccare a suonare i Maripensa, ma un chilometro più in la Jepp aka Labb non ha un jack canon. Nessun problema, glielo imprestano.

Piazzetta Brera: i Dj pompano i ritmi a buon volume, una pantera della polizia a cinquanta metri, senza problemi. Trecento metri più in là In Laetitia Chorus, tutte donne intonate, si esibiscono di fronte ai baretti e ai curiosi.

Girati due angoli, via Madonnina, una trentina di persone si siedono su muretti, sugli scalini degli androni e ascoltano applaudendo il duo brasiliano con Debora e Paulo, violino e chitarra amplificati. Dietro il duomo c’è chi suona una lamiera, davvero, e poi flash mob, silent disco, musica suonata da più piani e più balconi sui Navigli.

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Perché suonare e divertirsi, ascoltare e fermarsi, scoprire, sembra in questo pomeriggio la cosa più normale del mondo. Ed è così, ma c’è voluta questa idea di partecipazione e auto-organizzazione come Make Music Milan per realizzarla. Ogni musicista responsabile della sua postazione, ogni musicista attento alle esigenze di chi veniva dopo, ogni musicista che aveva prenotato uno slot poteva invitare altri musicisti. Il comitato promotore come uno strumento che fa suonare, in un mix di responsabilità che ha avuto un significato politico preciso, di quello che sappiamo fare dal basso, di quello che possono facilitare le istituzioni comunali, dell’apporto che può dare il privato con le sponsorship, della capacità di gestirsi fra 800 musicisti che hanno partecipato a questo prima edizione.

Bello, raro, ma tremendamente affascinante, con la voglia che si ripeta al più presto.
Anche per questo Q Code Mag ha voluto esserci fin dall’inizio. La sfida era imperdibile e possiamo dire che tutti quelli che hanno partecipato a questa idea divenuta realtà l’hanno vinta. Suona Milano!



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